Doppio ex, che in Fortitudo ci ha lasciato il cuore e che in Romagna è poi rimasto a vivere. In attesa del derby regionale di domenica, abbiamo sentito Corrado Fumagalli, play visto a Bologna per due anni (1992-94), con nel palmares la promozione del 1993 e la cavalcata che, l’anno dopo, portò la squadra allenata da Sergio Scariolo fino al sesto posto.

Intanto, sei la prova che si può essere sia fortitudino che forlivese. “A Forlì ci ho giocato cinque anni, a Bologna due, diciamo che tifo per entrambe. E il mio sogno è quello di vederle entrambe promosse nella massima serie, magari la Effe subito e Forlì passando dai playoff”

La Fortitudo attuale come la vedi? “Mi sembra una delle squadre più attrezzate, forse l’unica che può essere al suo livello è Treviso, mentre le altre come Udine e Verona sono un pochino sotto. Ogni partita deve essere combattuta e vinta, ma sono felice che finalmente, dopo svariati anni, ci sia la possibilità della promozione diretta per chi vince la regular season. I playoff sono sempre un rischio, e non puoi sapere se a maggio sarai in forma, o se avrai problemi di infortuni, quindi ora è molto meglio”

Rispetto ai tuoi tempi il basket come è cambiato? “Molto, anche in A2 benchè si sia tornati ai due stranieri per squadra. All’epoca gli americani erano molto più forti di quelli attuali, e anche il livello dei giocatori italiani non è lo stesso. Diciamo che la crisi dei settori giovanili si traduce nella difficoltà di tirare fuori tanti soggetti di buon livello. Per fare un paragone, pensiamo alla mia Fortitudo: contro quella di oggi non ci sarebbe davvero gara, a nostro favore. L’altra differenza è che il basket attuale è diventato molto fisico: alla mia epoca si poteva fare una buona carriera anche se non avevi un atletismo straripante, adesso si dovrebbe compensare con tanta, tanta velocità l’eventuale assenza di muscoli”

Anche il ruolo di play e pivot sono cambiati, rispetto agli anni 90. “C’erano molti più giochi a due tra regista e lungo, c’era molto contropiede, c’era sì anche del pick and roll, ma non come adesso che si esagera. Noi avevamo anche tanti altri schemi… Le squadre venivano costruite sull’asse play-pivot, e gli altri venivano di conseguenza. Adesso ci sono lunghi anomali a cui non piace prendere botte in area, chiedetelo a Forlì che ha Kenny Lawson, uno a cui non piace tanto andare sotto canestro. Non ci sono lunghi di ruolo, non ci sono movimenti da pivot: uno come Dan Gay non esiste più, ora serve solo che sappiano tirare da fuori”

Esiste un qualche regista attuale che potrebbe assomigliarti? “In serie A mi potrebbe venire in mente Andrea De Nicolao di Venezia, che è capace di costruire bene il gioco e può fare canestro, anche se rispetto a me non ha abbastanza tiro da fuori. Io non potevo essere lasciato libero dall’arco, e potevo punire poi in penetrazione. “

Del play attuale Fortitudo Fantinelli cosa pensi? “Strutturalmente è diverso da un play normale, gli piace la fisicità e andare a rimbalzo, ma di certo non è un regista puro come quelli di una volta. Ma, come detto, è tutto il gioco che è cambiato”

Tu fino a quando hai giocato? “Fino all’anno scorso. Ho fatto 37 campionati di fila, calcolandoli tutti, dalla serie A alla Promozione. Il segreto? Non ho mai smesso di allenarmi”

Degli anni in Fortitudo cosa ti è rimasto? “Sono stati due anni fantastici. Il popolo biancoblu è indimenticabile, e non c’è altro da dire. Poi sono arrivati anche i risultati, e la promozione a Bologna per un giocatore penso sia il massimo. Dopo c’è stato l’anno di serie A, arrivando in Korac partendo da quel -6 che, a non averlo avuto, chissà cosa avremmo potuto fare. Ho una buona memoria, ricordo tutto, anche quel derby di Reatto…. Siamo rimasti nel cuore della gente, e questo mi fa piacere”

Domenica il tuo cuore dove batterà? “Non so, comunque penso che il Paladozza non sia un campo facile da espugnare. Comunque la Fortitudo dovrà stare attenta a Forlì, che sembra corta ma che ha giovani forti come Marini e Donzelli. E non è squadra che alzi bandiera bianca facilmente, vedi come sia riuscita nell’ultima giornata a recuperare un forte scarto contro Udine. Poi c’è Lawson, giocatore altalenante ma che potrebbe essere stimolato, in quanto ex virtussino, dal clima del derby”

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