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(Foto Fortitudo Pallacanestro 103)
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Come diceva Mark Twain, Ci sono tre tipi di bugie: le bugie, le sfacciate bugie e le statistiche. Quelle di Gabriel, ad esempio, nel girone di ritorno: 17 di media (erano 14,6), percentuali cresciute sia da 2 che da 3, e pure qualche decimo meglio a rimbalzo. Tutto questo, e qui sta il fatto, giocando 25 e non 32' di media. Ma è questa, la statistica che fa sballare tutto: i soli 25' che è riuscito a giocare, perso tra problemi di falli, rabbia, tecnici e via discorrendo come si suol dire. E rendendo di fatto i suoi passaggi in campo come dei frenetici tentativi di recuperare quanto perso in precedenza, come i 27 punti di Avellino, tutti o quasi in un finale dove stava per recuperare (stava per) i misfatti compiuti all'inizio. La somma di tutta questa lenzuolata di cifre dice una cosa sola: che Kenny Gabriel, oggi, non è un giocatore affidabile per la Fortitudo.

Nel periodo della sua assenza, la cosiddetta critica era divisa tra chi notava l'inconsistenza di Thomas e la serie di vittorie consecutive ottenute con lui altrove. Facendo vincere, alla fine, chi aspettava il suo ritorno dimenticando che non è che, prima, il giocatore facesse faville e avesse commenti unilaterali sul suo rendimento: con Cagnardi era uno sparatutto privo di logica, con il primo Caja c'era stato modo di aggiustare le cose, ma senza affinarle al meglio. E oggi, con la squadra che rischia di dover passare le forche caudine dei playin, è inevitabile che il dito venga puntato verso un giocatore che se umanamente è al di sopra di ogni minimo dubbio, in campo non sta rendendo come dovrebbe il classico uomo di punta, il più pagato, quello con il curriculum migliore, eccetera. Curiosità: Gabriel è comunque solo alla terza uscita per falli in stagione, a cui va aggiunta l'espulsione di Nardò: Rieti, e sempre Cividale all'andata, i precedenti.

La problematica viene poi ancor più messa in risalto dall'assenza di un vero e proprio cambio, al netto del fatto che Gabriel sia un 4 che gioca alle latitudini di un 2: 9 punti segnati nelle ultime 12 a referto per un disperso Battistini, che fatica a giocare 10' a partita. E del tutto bocciato Menalo, che non mette piede in campo da 3 mesi. Ma sarebbe ingeneroso mettere la croce addosso al solo Kenny, al netto del ruolo che avrebbe dovuto ricoprire (e qui seguirà dibattito sul dubbio riguardante il come un ottimo gregario di serie maggiore possa diventare leader al piano di sotto). Domenica Caja ha parlato di mentalità non trasmessa, applaudendo più le seconde linee che non le prime: il nervosismo ha colpito anche Aradori, in precedenza infilato da Marangon e Mastellari più di quanto non fosse riuscito ad aggiustare in attacco. Così come Freeman, che già in altra occasione era stato bacchettato a fine gara dallo stesso coach. Ma se tutti riconoscono che questa società e questa piazza sta facendo di tutto per mettere la squadra nelle condizioni migliori, allora dove sta il problema?

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