Antimo Martino, debuttante in serie A sulla panchina della Fortitudo, è stato intervistato da Andrea Tosi sulla Gazzetta dello Sport.
Un estratto delle sue parole.

Solo l'idea di guidare la Fortitudo in Serie A mi emoziona. Non vedo l'ora di cominciare. Sappiamo che ci attende una stagione difficile. L'obiettivo è tenere un profilo basso ma senza limitare le nostre ambizioni. La speranza è che, attraverso gioco, risultati e l'impegno che produrremo nelle partite, il nostro pubblico diventi orgoglioso di noi.

La Fortitudo come rientra nel massimo campionato? Stiamo completando il roster. Ci mancano l'ala piccola e il centro titolari. Il format 5+5 o 6+6 dipenderà dall'ingaggio o meno di Pietro Aradori. Con lui faremmo il 5+5. Per il centro siamo ai dettagli con Henry Sims, ex Roma, un lungo verticale che ci garantirebbe fisicità ed atletismo. Cerchiamo una chimica che sia il giusto mix di freschezza ed esperienza.

Torna anche il derby. È la partita che tutta Basket City vuole vincere, quindi anche noi. Il sogno è di riuscirci ma sarebbe banale e riduttivo puntare solo su un risultato prestigioso per validare tutta la stagione. Non baratterei il derby per 10 vittorie. Dobbiamo rispettare tutto il campionato e tutte le altre squadre.

Un ritorno e un debutto: Stefano Mancinelli e Matteo Fantinelli. Mancio è la Fortitudo e viceversa, insieme formano un binomio inscindibile. A 36 anni Stefano ci garantisce talento, mestiere e leadership nello spogliatoio. Abbiamo ancora bisogno di lui. Fantinelli deve recuperare dall'intervento al polso sinistro, sarà pronto dopo l'inizio del campionato. Ha 25 anni e un fisico importante per reggere bene l'esordio. Con loro metto anche Rok Stipcevic, regista d'appoggio, e Marteen Leunen, tanta concretezza al servizio della squadra.


( Foto Fabio Pozzati/ebasket.it )

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