AGRIGENTO-FORTITUDO, IL PREPARTITA DEI PLAYOFF
Si parte, finalmente, dopo una settimana di corsa al riarmo collettivo, in serie A2. Magari un giorno si vedrà se tutti questi rinforzi dell'ultimo momento, andando a bussare a porte superiori ma ormai prive di interesse, sia eticamente valido: di certo legalmente lo è, quindi brave le squadre che hanno mostrato ambizioni (e possibilità economiche) per prendere giocatori nuovi. Giocatori che, forse, a settembre 2016 mai avrebbero pensato di scendere di categoria, e che ora non hanno problemi a liberarsi da precedenti contratti e mettersi a posto - possibili escape a parte - in anticipo rispetto al mercato estivo. Amen.
La Fortitudo inizia lunedì il suo campionato, senza se e senza ma. Lo inizia lunedì, dato che fino ad oggi tutta la regular season è sembrata una specie di lunghissima preparazione alle partite che conteranno: si era partiti con un assetto ed una filosofia, ora si è arrivati alla quadratura americana del cerchio dopo aver bocciato le scelte sbagliate precedenti. E anche l'idea di gioventù è stata relativamente abdicata, qui come nei dirimpettai bianconeri: va bene far crescere i cinni, ma arrivati a questo punto codesti cinni possono un attimo mettersi da parte: quando il gioco si fa duro, gli esperti iniziano a giocare. E forse anche l'utopia boniciolliana di inizio stagione può un attimo essere sospesa, dato che una promozione val bene l'invecchiamento del roster. Sarà poi da valutare quello che sarà l'impatto di Cinciarini nella truppa: quello che darà, come si ritroveranno gli equilibri, varie ed eventuali. Ma, tempo per fare prove, non ce n'è. Ergo, subito nella mischia, e vedremo.
Vedremo una squadra che rispetto a 12 mesi fa (e al netto del crac di Flowers) è più lunga e più forte, ma che non pare dare la possibilità di mettere mani sul fuoco per garantirne la tenuta mentale e la solidità: qui c'è talento, ma un talento svolazzante, che può esplodere come implodere. E, soprattutto, andrà resettato completamente quanto avvenuto lo scorso anno, per evitare di credere che la scalata possa essere ripetuta per decreto legge. La Bologna fortitudina dista 12 vittorie dalla promozione. Ma mica solo lei.
Agrigento, quindi. Conservando buona parte del roster italico dell’anno scorso, quando i siciliani proprio contro la Fortitudo emiliana andarono a sbattere, da quelle parti si sono riavviati pensando a come far meglio rispetto alla passata stagione. E’ arrivato un quarto posto in regular season, figlio di un rendimento ottimale in casa (13-2, uniche corsare Siena e Biella, di misura) ma anche di discrete fatiche esterne (4-11, solo Trapani tra le prime otto). L’abbiamo già vista in città, in modalità dimessa, quando nei quarti di finale di Coppa Italia venne tritata dalla Virtus con trentello. Il confermato coach Franco Ciani (alla sesta stagione consecutiva) punta sulla coppia americana Buford-BellHolter, 30+15 di coppia, lasciando agli italiani il settore esterni, con l’ex Piazza (8 punti e 5 assist) a menar le danze e l’esperto Evangelisti (11 e buon tiro da fuori) a farsi pericolosi. Con l’oriundo Chiarastella a chiudere il quintetto, Agrigento in panca tra gli altri fa partire il figlio d’arte Ryan Bucci, papà che qualcosa in Effe lo ha fatto negli anni ’80, e aspetta buone nuove da Ruben Zugno, esterno classe 1996 di cui, come si suol dire, si dice un gran bene.
(Foto di Fabio Pozzati)