Dirigente di club di lungo corso prima a Porto San Giorgio e poi a Trapani, Pozzuoli e Pesaro, Valentino Renzi (a sinistra nella foto con due suoi predecessori, Franco Corrado e Enrico Prandi) ha guidato la Lega Basket per un periodo che è stato tra i più lunghi della Lega Basket, assimilabile a quello di Giancarlo Tesini ed Enrico Prandi e secondo solo a quello di Gianni De Michelis.

Per assumere la presidenza della Serie A nel dicembre del 2008 Renzi lascia la sua creatura, la Legadue, che aveva avviato dal nulla nel 2001, dapprima come Direttore Generale, sotto la presidenza di Chiarino Cimurri, quando la Serie A e la seconda serie si era date strutture autonome. “Personalmente non ero d’accordo con lo strappo per la creazione della Serie A unica. Tutto nasceva dalla pressione di alcuni grandi club che pensavano che diminuendo il numero di squadre nel massimo campionato vi sarebbero state più risorse per tutti. Queste previsioni furono in realtà smentite ma intanto si perse quell'unità che legava, a partire dagli anni ’70, la A1 e la A2 in una struttura unica dal punto di vista sportivo permettendo quell’interscambio continuo tra le due serie che non trasformava la retrocessione quell’evento catastrofico che è invece oggi. Come filosofia mi sono sempre opposto a queste fughe in avanti, come quella che nel 2006 la Serie A aveva abbozzato con la creazione di un sistema che vedeva un ranking che tutelasse le sue squadre: come Legadue ci opponemmo ad un progetto che avrebbe messo in discussione l’interscambio tra le due categorie”.

Diventato Presidente della LegaDue nel 2002, Valentino Renzi (che ha ricoperto anche la carica di vicepresidente Fip dal 2006 al 2008) plasma la nuova Lega sino a quando alla fine del 2008 riceve la chiamata dei club di Serie A per guidare la Lega Basket: una scelta difficile, tanto più a stagione in corso.

“Convocai immediatamente una Assemblea per chiedere il parere dei club: furono tutti d’accordo nel lasciarmi accettare una occasione di crescita importante nella mia carriera professionale. Concordammo che, se necessario, sarei rimasto a disposizione del nuovo presidente per un passaggio di consegne il più indolore possibile”.

Le sfide che attendono la gestione di Renzi sono importanti: anzitutto il nuovo contratto televisivo che sarebbe stato sottoposto alla nuova Legge Gentiloni/Melandri sui diritti tv appena entrata in vigore e che vide la LBA, assistita, come nelle successive aggiudicazioni e nella consulenza tecnica fino al 2014, dall'advisor StageUp, essere la prima Lega a seguirne il complesso iter di aggiudicazione.

“I diritti live vennero aggiudicati a Sky per altre due stagioni ma l’aspetto più importante, grazie all'utilizzo della nuova Legge, fu la possibilità di cessione del pacchetto degli highlights alla Rai che così rientrava nel basket garantendoci visibilità sul digitale terrestre pur mantenendo i diritti radiofonici. Per effettuare la distribuzione di queste immagini non solo a Rai ma anche ad altri broadcasters interessati inaugurammo, prima lega sportiva a farlo, il collegamento in fibra ottica tra i palasport e la sede della Lega, dove creammo un centro di produzione, grazie all’accordo stipulato con Telecom Italia. Chiudemmo così una serie di accordi che ci permisero di unire ad importanti introiti, secondi solo a quelli dell'era De Michelis, anche una soluzione tecnologica di proprietà che consentiva di distribuire contenuti diversificati su diverse piattaforme televisive: le basi per progettare il canale tematico della Lega e raggiungere accordi per l'esportazione all'estero dei diritti"

La svolta verso una maggiore visibilità in chiaro si realizza nelle due successive stagioni che vedono la LBA completare l'assegnazione a Rai e La7, seguendo indicazioni assembleari che avevano come obiettivo il ritorno ai canali free per recuperare interessati al Campionato. Sky usciva così di scena dopo 7 stagioni.

“L’indicazione assembleare era chiara: nessuno discuteva il prodotto che Sky era in grado di confezionare ma si sentiva la necessità di uscire da una piattaforma a pagamento per allargare la base di interessati e attrarre nuovi sponsor. Purtroppo i risultati di share che erano stati alla base degli accordi non furono del tutto raggiunti. Questo, insieme all'onda lunga della crisi finanziaria, ci portò ad affrontare procedura di assegnazione dei diritti per il biennio 2013-15 in salita".

L'assegnazione dei diritti per il biennio 2013-15 portò però, per la prima volta, ad un progetto strutturato di esportazione dei diritti della Serie A all’estero attraverso un accordo con Mp & Silva possibile anche grazie al lavoro, iniziato nel 2009, di gestione diretta della distribuzione delle immagini delle gare. In questo periodo, grazie ad una complessa gara di aggiudicazione, Fastweb subentrò a Telecom Italia come partner tecnologico, un'eredità di cui la LBA trae ancora giovamento. La rete in fibra ottica fu anche l'asset attraverso il quale la Lega ottenne importanti risorse aggiuntive dalla "Fondazione per la mutualità generale negli sport professionistici a squadre", entità ora scomparsa, nata con la Legge Gentiloni/Melandri che incentivava l'innovazione nei campionati professionistici italiani.

La presidenza di Renzi vede anche un altro importante aspetto e cioè la partnership con Rcs Sport per la organizzazione degli Eventi di Lega: “L’accordo aveva come obiettivo quello di portare il basket in grandi impianti e grandi città: la Final Eight si disputò prima a Torino e poi a Milano mentre l’All Star Game, riproposto dopo la sua abolizione nel 2006, fu disputato a Milano, Biella ed Ancona. Ma soprattutto quell’accordo ci permetteva di avere grandi visibilità sui mezzi di informazione di Rcs, a tutto vantaggio dei club e dei loro sponsor”.

In campo sportivo, la Lega ottiene dalla Fip il sorteggio arbitrale e, per una stagione, la istituzione del cosiddetto “premio di risultato” che permette al penultimo club retrocesso di mantenere la Serie A con il pagamento di un indennizzo. “Importante fu anche l’aumento degli incentivi a favore dei club che utilizzavano maggiormente i giocatori italiani, grazie anche ai contributi NAS dei giocatori stranieri. Questo anche alla luce della indicazioni che ci venivano dalla Commissione Europea in merito alle eccessive restrizioni presenti nei nostri Regolamenti alla libera circolazione degli atleti”.

Si arriva al 2014, alla conclusione quasi naturale di un quinquennio che Renzi sintetizza così: “Il ricambio fu fisiologico e io ero anche stanco per i crescenti conflitti interni, manifestati in maniera sempre più forte. Credo sia nella natura di ogni presidenza la necessità di faticare ogni giorno per far combaciare gli interessi di tutti i club: esserci riuscito per 5 anni è per me comunque una bella soddisfazione”.

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