Il presidente della Federazione Gianni Petrucci è stato intervistato da Walter Fuochi su Repubblica.
Un estratto delle sue parole.

Su Torino. E' stata oggetto di un procedimento della giustizia sportiva che agisce in autonomia. Segnalazione della Comtec, l'organismo di controllo dei conti, a sua volta indipendente, in accordo con l'Agenzia delle Entrate: il club non è a norma. La federazione ha solo ratificato, nei tempi e modi previsti. Non c'è stata politica, solo giustizia. Poi, so che spesso la giustizia penale assolve dove quella sportiva ha colpito. Rispetto tutti i giudizi, ma non mi spiace una giustizia sportiva autonoma e severa.

Sulla serie A a 18 squadre, con speranza di tornare subito a 16. Passo indietro. Alcuni anni fa, con 32 squadre in A2 e una sola promozione, si concordò di allargare la strettoia. E così si decise, dando le dovute garanzie sui tempi di applicazione. Oggi la situazione è meno rosea, 18 squadre son troppe e allora, se c'è una rinuncia, non verrà rimpiazzata. Torneremo a 16, siamo pronti anche alle 17, in ogni caso la prossima stagione partirà a 18.

La malattia più acuta del basket? Quella di tutto lo sport, trovare risorse. Intanto, si chiede al governo di adeguare leggi che aiutino, e non penalizzino. E qui invito di nuovo a leggere i bilanci delle due leghe, calcio e basket. I diritti tv fanno la differenza, per fortuna nel nostro mondo resiste qualche magnate, e pure chi ha saputo costruire sistemi geniali di finanziamento.

Il rapporto con la Legabasket. Ho un ottimo rapporto col presidente Bianchi, meno con chi fa interventi in assemblea per uscire dalla federazione. Due sole domande. Sanno che le leggi non lo consentono? Si sentono strutturati per l'autonomia?.

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