Il massimo col minimo, si potrebbe dire. La Virtus ha avuto dal derby quello che serviva, ovvero i due punti finali, anche se ha dovuto sudarseli fino alla fine, vista l’ottima e gagliarda partita della Fortitudo, che ha retto alla grande nonostante avesse la rotazione ridotta a sette uomini.
Di sicuro le scorie dei quarti di Eurocup si sono sentite, sia a livello fisico che mentale, e così c’è stato il lungo blackout che ha portato dal facile +17 iniziale fino anche al -6 dell'ultimo quarto. E’ vero che per questa squadra la continuità all’interno della stessa partita non è la specialità della casa, ormai si è capito, ma va detto anche che non provare quasi mai ad attaccare il ferro e tirare 36 volte da tre contro una squadra praticamente senza lunghi non è sembrata l’idea tattica del secolo.

La differenza con qualche mese fa, però, è che queste partite ora la Virtus le vince, con una notevole dose di cinismo che prima non aveva. Sarà la classe di Teodosic, l’arrivo di un altro giocatore esperto come Belinelli, o il rientro di Pajola, che più volte ha cambiato le partite nell’ultimo quarto, ma negli ultimi tre mesi la Segafredo ha perso tre partite, di cui solo una (Brescia) contro avversari sulla carta inferiori. Per il resto, in un modo o nell’altro, è sempre riuscita a vincere, e un motivo ci sarà.
Vincere, anche quando si gioca male, aiuta a vincere, e con la vittoria di ieri sera i bianconeri sono arrivati a quota quattro in sette giorni, finendo nel migliore dei modi una settimana straordinaria.

Ora la Virtus avrà a disposizione un’altra settimana di allenamenti, prima di altri impegni decisivi, ovvero lo spareggio per il terzo posto di sabato a Sassari e poi la semifinale di Eurocup. La speranza è quella di poter contare anche su Stefan Markovic, che ieri si è infortunato e andrà rivalutato.

(foto Virtus Pallacanestro)

 

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