GIAMPIERO TICCHI: TORNASSI INDIETRO NON MI DIMETTEREI DA ALLENATORE VIRTUS. NOI PUNTIAMO A TOGLIERCI PIU' SODDISFAZIONI POSSIBILI
Giampiero Ticchi domenica sfiderà la Virtus con la sua Andrea Costa Imola.
Il coach biancorosso, che nel 2003 fu il primo allenatore bianconero (con la Futurvirtus, nata dalla fusione col Progresso Castelmaggiore) dopo il crack madrigaliano e la ripartenza sabatiniana, dimettendosi dopo dieci partite, è stato intervistato da Luca Aquino sul Corriere di Bologna.
Ecco le sue parole:
Oggi probabilmente non lo rifarei. Quando venni scelto da Sabatini fu un dispiacere vedere che il tifoso virtussino non credeva fossi la persona giusta perchè arrivavo da Castelmaggiore. Claudio me lo ha detto, e ho preferito andarmene dopo due vittorie.
Pagò quindi uno scetticismo dei tifosi nei suoi confronti? Non di quelli della curva, ma di tifosi che incidevano di più nelle scelte. Sabatini era appena entrato nel basket ed era normale che ascoltasse gente attorno a lui come giornalisti, tifosi importanti o chi mi ha poi sostituito.
A 13 anni di distanza ritrova, per la prima volta da avversario, la Virtus in A2. E' una squadra che rispecchia molto lo stile del suo ottimo allenatore. Ramagli la fa giocare con idee precise e solidità ma allo stesso tempo con il piacere di far crescere il gruppo inserendo i giovani.
Quali sono le armi principali della Segafredo? Un quintetto di altissimo livello con due americani che sono tra i migliori del campionato. E' una squadra solidissima, che potrà perdere qualche partita ma che difficilmente subirà l'avversario sia tecnicamente sia tatticamente.
La sua Imola, dopo essere stata la sorpresa dello scorso campionato, ha iniziato con una sconfitta a fil di sirena a Recanati. Perso il bomber Karvel Anderson che squadra siete? Abbiamo inserito due americani nei ruoli più "pensanti" di play e guardia. Uno dei due (Norfleet) è un rookie e ha bisogno di tempo per capire come si gioca qui. Siamo una squadra piccola quindi dobbiamo sfruttare la nostra velocità. Il passo avanti andrà fatto nella gestione dei momenti, quando alzare il ritmo o quando controllarlo.
L'obiettivo di quest'anno qual è, dopo i quarti di finale playoff? La scorsa stagione è stata straordinaria. Abbiamo un budget diverso dalle migliori squadre del campionato, puntiamo a toglierci più soddisfazioni possibili. Viaggiamo tra il ripetere lo scorso anno e salvarci, questa è la forbice e dobbiamo essere bravi ad avvicinarci di più alla scorsa stagione.
Il campionato sarà un affare a due Virtus-Fortitudo? Con una promozione su 32 è difficile dire se saranno solo loro a giocarsela. Sicuramente saranno delle protagoniste.
Bologna in A2 che effetto fa? Un valore aggiunto per il campionato. Lo scorso anno, sia dalla panchina che dalla tribuna, ho visto alcune partite della Fortitudo. L'atmosfera era emozionante, la stessa se non meglio dei tempi dell'Eurolega. Il derby sarà uno spettacolo unico in Italia, dovremo goderci questi momenti e augurarci che poi Virtus e Fortitudo tornino dove meritano.
Alla Fortitudo, tra l'altro, è stato vicino qualche anno fa? Ai tempi di Tinti (2013-14), mi avevano contattato per sostituirlo, poi il CDA preferì un cambio non radicale affidandosi al suo vice.
Prima della sua avventura in Virtus nel 2003, ci fu il miracolo Castelmaggiore. Una bella avventura a cui sono molto legato. Anche poche settimane fa mi sono ritrovato a cena con 11 persone di quello staff tecnico e dirigenziale. Alcuni ora lavorano in Virtus e Fortitudo, è bello vedere la loro rivalità ironica grazie al legame creato a Castelmaggiore.