IL DOPOPARTITA DI FORTITUDO-MONTEGRANARO
La gioia della prima è tutta nell’abbraccio di Pozzecco a Mancinelli, a pochi minuti dalla fine della partita, una volta ormai certo di aver matato la Poderosa e di aver quindi scollinato positivamente l’esordio. Dopo una gara, se vogliamo, molto simile a tante, tante gare casalinghe della Fortitudo: inizio faticoso, immersione, poi giro della giostra andando a fare ben altro. Ovvero maggiore difesa, maggior strozzare l’avversaria, maggior convinzione e il canonico muggito della curva a cambiare l’inerzia così come a far spaventare le giovin levi nemiche. D’altra parte, non è che la nuova gestione abbia avuto gran tempo per fare grandi cambiamenti, e oltretutto nemmeno sembra l’intenzione, dato che per tanti minuti in panchina si è visto Comuzzo davanti a guidare e Pozzecco, dietro, quasi a fare da osservatore con il solo mancar del bloc notes per prendere appunti.
Giornata di festa, quindi, tra il saluto a Boniciolli e il primo applauso al nuovo allenatore. Sbagliando tanti, troppi liberi (17/33, una volta che te ne danno…) e imbarlandosi nelle emozioni, chissà, delle prime battute. Troppo presto, quindi, per capire cosa sarà il futuro di questa squadra, lasciando poi altrove le faccende di società, con le recenti anomale esternazioni di Seragnoli – ma un tempo non si faceva tutto sottotraccia? – a smuovere acque che, in teoria, nessuno pensava avessero avuto bisogno di una smossa. Chissà. Intanto, applausi a tutti, dal Poz al Maestro Comuzzo che sta facendo bene ripetizioni di Fortitudo al neo arrivato. Per il resto (compresa la protesta della Fossa contro le diffide, con tanto di primo coro in passamontagna) avremo tempo anche noi di capirci qualcosa.
Just can’t get enough - Mancinelli è arrivato a pochi spizzichi dalla tripla doppia, e basta e avanza. La serenità di Okereafor, ma tutto l’ambiente, che ha portato Pozzecco alla gioia prepasquale.
It’s no good - I tiri liberi, questi sconosciuti.
(foto Fabio Pozzati - Fortitudo Pallacanestro 103)