IL DOPOPARTITA DI VIRTUS-KAZAN
La Virtus 2020-21 era stata costruita per arrivare in Eurolega, e ha fallito l'obiettivo. E’ questa l’analisi - impietosa ma inevitabile - che arriva dalla partita di ieri sera, che ha visto Kazan vincere con pieno merito, segnando 107 punti contro una squadra che non è mai riuscita a trovare le giuste contromisure difensive.
I bianconeri non avevano Tessitori (Covid, si saprà in tarda serata dalle parole di Djordjevic), ma i russi hanno perso Morgan in corso d’opera, quindi almeno teoricamente la battaglia sotto canestro avrebbe dovuto essere equilibrata. Invece John Brown ha letteralmente dominato contro un Gamble mai così spaurito, e ha chiuso la sua serata trionfale con la dedica a Brindisi. Oltre a Gamble il grande assente è stato Weems, mentre gli esterni russi hanno piazzato 14 triple letali.
Insomma, la squadra di Pfitris e Coldebella ieri ha vinto con pieno merito, e ha dimostrato di avere molta più energia - l’occasione, col senno di poi, è stata sprecata in gara 2 - mentre la Segafredo è arrivata col fiatone nonostante un roster da 12 giocatori 12, parecchi dei quali però a questo livello hanno mostrato di fare parecchia fatica. Ed è quasi paradossale che uno dei migliori ieri, oltre ai soliti Teodosic e Belinelli (in attacco), sia stato Josh Adams, che era finito ai margini della rotazione e ieri è stato messo in campo quasi per caso, dopo un colpo al volto subito da Pajola.
A questo punto, non si può non parlare della guida tecnica. Da inizio anno questa squadra ha avuto problemi difensivi e grossi passaggi a vuoto, e dopo quattro sconfitte in casa (poi diventate sei) in fila c’era stato anche l’esonero lampo di Djordjevic, poi reintegrato dopo 24 ore. Anche questo, di sicuro, non ha contribuito a rasserenare l’ambiente. Ricucito lo strappo, e inserito Belinelli, le cose sono migliorate, almeno dal punto di vista dei risultati, ma parecchie partite decisive (Venezia in Coppa Italia, Brindisi, ieri) sono state sbagliate. Nello sport i risultati difficilmente mentono: quello di ieri è inequivocabile, e ricorda la sconfitta del Bayern di Djordjevic contro il Darussafaka nel 2018, che costò l’esonero immediato al tecnico serbo.
La stagione non è finita. C'è ancora il campionato da giocare, cercando di finire nel modo migliore possibile la regular season e poi di fare strada ai playoff, non dimenticando che la Virtus non si qualificava alla post-season dal 2015. E patron Zanetti, ieri a caldo, ha parlato esplicitamente di provare a giocarsi lo scudetto.
Comunque vada - però - la Virtus l’anno prossimo non sarà in Eurolega. Jordi Bertomeu ha già fatto sapere che di wild card per le italiane non ce ne saranno, curiosamente proprio in conferenza stampa a Bologna.
Ed è certo che le Vu Nere avranno un nuovo allenatore, e probabilmente parecchi giocatori da cambiare. Insomma, ci sarà da rifondare. E farlo con l’Eurolega in tasca è un conto, senza è un altro, anche come appetibilità per giocatori e tecnici. Questo dà l’idea della gravità della sconfitta di ieri.
Per la Virtus, resta l’enorme rimpianto di una Eurocup con 19 vittorie consecutive e sole due sconfitte. Purtroppo, sono state quelle sbagliate.
(foto Virtus - Giulia Pesino)