Ok ok, in Fortitudo si sta passando la settimana ragionando su come organizzare la festa, sulle coreografie (i giornali hanno anche riportato di pax fortitudina tra diversi gruppi di tifosi, almeno per domenica), sui meriti di essere arrivati fin qua e tutto il resto. In attesa, ovviamente, di partire dal giorno dopo la matematica a raccontare di chi arriverà, di chi resterà e di chi invece saluterà. Facendo i conti senza l’oste, ovvero il fatto che una partita, una sola, ancora deve essere vinta. Ohibò, le cifre dicono questo, anche se poi dovrebbero raccontare come potrebbe, una squadra che ne ha perse 3 su 26, ciccare tutte le prossime 4. E allora – al netto che dietro dovrebbero comunque vincerle tutte – il problema non è se, ma semplicemente quando. E l’unica paura non è quella, casomai, di perdere domenica contro Ferrara, ma dover rinviare la festa (e di feste rinviate, anzi abortite, la storiografia fortitudina ne ha) altrove. Magari in quella Forlì dove, annali alla mano, si è banchettato più di quanto non sia mai successo al Paladozza. Ove, schiaccione di Comegys nel 1993 a parte, di gioie se ne sono espresse poche.

Ne manca una, quindi. Per dare alla piazza non solo la gioia della promozione, del ritorno alla luce, della fine del decennale incubo partito con il più classico dei dalle Stelle, con parco apposito, alle stalle e che ora sembra ormai estinto. Ma dare alla piazza la possibilità di farlo in loco, senza dover affrontare trasferte a rischio blocco (come in Romagna) o esodi sardi: no, la gente vuole fare festa tutta insieme, ed è questo forse l’unico rischio che potrebbe aumentare la pressione sulle spalle della squadra. Che finora queste pressioni se le è sempre ben gestite e scrollate senza problemi, ma sai mai. D’altronde è sempre la Fortitudo, e se non fosse la Fortitudo non sarebbe la Fortitudo, punto.

Ferrara, quindi. Di tutte le squadre del lotto, potrebbe essere quella con meno da chiedere al campionato, essendo in una posizione di quasi salvezza senza dover passare dai playout, ma anche leggermente distaccata rispetto a chi punta ai playoff. Poi è difficile pensare che vengano al Paladozza portando i pasticcini, ma se non sono in condizione di pace dei sensi poco ci manca. 10-16 il record, 3 sole vittorie in trasferta, ma mai uno sbrago, se non forse il -26 casalingo con Treviso di un po’ di tempo fa. E, soprattutto, una buona condizione: 5-2 il recente record, con l’arrivo del nuovo allenatore Spiro Leka che ha rimesso Ferrara in sesto. Grande spazio ai due stranieri, ovvero gli esterni Swann e Campbell, a 21 punti di media entrambi, e attorno ovviamente difesa, rimbalzi e gregariato. In particolare quello della coppia Fantoni-Molinaro, e quello di Gabriele Ganeto, arrivato da Tortona a stagione in corso. Gregari che dovranno fare il doppio lavoro, se Campbell – come pare quasi certo – sarà fuori per infortunio alla caviglia.

(PS – Dalla regia ci dicono che se, e sottolineo se (cit.) le cose andassero in un certo modo, ci sarà su TRC uno speciale in diretta dal Paladozza)

(foto Fabio Pozzati - ebasket.it)

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