Gek Galanda, in occasione della partita di beneficenza giocata ieri ai Giardini Margherita con la squadra di Couponlus, è stato intervistato da Damiano Montanari su Stadio.

Un estratto delle sue parole.

La Fortitudo ha ufficializzato Ed Daniel. Conosco bene Ed. Abbiamo giocato insieme a Pistoia nella stagione 2013/14. Lui era un giovane,, io al mio ultimo campionato. In spogliatoio un giorno mi disse: "Quando mi parli mi sembra di sentire mio padre". Capii che ero arrivato al capolinea. Con Daniel ho avuto un bel rapporto. Penso di avergli trasmesso molto, stimolandolo con qualche scossone. Poi molto merito è stato suo, ma io forse gli ho dato un piccolo aiuto.
E' un giocatore a cui piace vivere la vita e, allo stesso tempo, è un grande lavoratore e un bravo ragazzo, capace di entrare nel cuore della gente come è accaduto a Pistoia e a Bologna. Come lungo ha un ruolo particolare. Gioca da pivot, pur avendo una stazza nettamente sotto misura ed avendo comunque un grandissimo atletismo ed un'ottima capacità di crearsi gli spazi per prendere rimbalzi e andare al tiro. Queste caratteristiche gli hanno permesso di giocare vicino a canestro con un buonissimo minutaggio in A2. In Serie A, scontando un gap fisico importante, dovrà spendere più energie. La scelta della Fortitudo di averlo tesserato come cambio è stata giusta. Nonostante non abbia l'istinto del tiratore, Ed può giocare anche da ala forte. Bisognerà vedere quale lungo lo affiancherà.

Da consigliere federale, come si procederà vista la situazione critica di Avellino? La volontà è quella di non ripescare. Personalmente non mi spaventa una Serie A a 17 squadre. Temo molto di più un campionato a 18 squadre che, nel corso dei mesi, si riduca a 17 o a 16. La Lega Basket e la FIP stanno lavorando da anni per aumentare la credibilità del campionato. Questa è la base per migliorare la salute del movimento.

(foto Valentino Orsini)

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