IL DOPOPARTITA DI VIRTUS-VERONA
In attesa di capire se dall’Assemblea della Fondazione di stasera arriveranno novità societarie, la Virtus si gode la quarta vittoria consecutiva, e il primo posto in classifica a braccetto con Treviso.
La partita di ieri è stata senz’altro la più dura della stagione. Se per 20 minuti Verona era sembrata l’accozzaglia senza né capo né coda che aveva condotto Frates all’esonero - e la Virtus sembrava poter dominare - nel secondo tempo è stata tutt’altra storia. Verona ha difeso duramente, e in attacco ha iniziato a far canestro, principalmente con le giocate individuali degli americani, e i bianconeri sono andati in crisi, facendosi rimontare. Nell’ultimo quarto però è uscita l’esperienza dei tre uomini più rappresentativi della Virtus - Umeh, Lawson e Rosselli - che hanno messo i canestri decisivi mentre tutta la squadra è tornata a salire di colpi in difesa.
Tutto è bene quel che finisce bene, ovviamente, e vittorie come questa hanno un peso specifico che va ben oltre i due punti in classifica.
C’è però il fattore stanchezza da non sottovalutare. Ieri la Virtus è apparsa davvero stanca, come hanno dimostrato le 18 palle perse e i 9 tiri liberi sbagliati, con un pessimo 53% finale, che poteva costare caro. Questo è successo anche perché la rotazione è stata più corta del solito, con i giovani che hanno giocato di meno; addirittura nel finale - al quinto fallo di Spissu - coach Ramagli ha preferito l’azzardo di un quintetto senza playmaker di ruolo (che ha avuto le sue difficoltà) piuttosto che rimettere in campo il 18enne Penna, che peraltro fin lì non aveva demeritato. La prolungata assenza di Klaudio Ndoja (che ieri ha provato qualche tiro nell’intervallo, ma nulla più) sta quindi rendendo la coperta bianconera piuttosto corta, sia in allenamento che in partita. E la stanchezza sale, per forza di cose. Poi il bicchiere è ancora mezzo pieno, anzi pieno per tre quarti: se una squadra stanca riesce a costringere un avversario di talento a 63 punti (7 nel secondo quarto) vuol dire che comunque c'è un'identità di gruppo già molto forte, e questa è la cosa principale.
Ora la Virtus avrà una settimana (corta) per prepararsi, e poi ci sarà un altro tour de force con tre partite in otto giorni: sabato 3 a Recanati, mercoledì 7 in casa con Trieste, domenica 11 in casa con Forlì. Un altro assaggio di quelli che saranno i tempi dei playoff, quindi. I bianconeri dovranno stringere i denti, sperando che nel frattempo arrivino notizie positive sul recupero dell’ala albanese. Se così non sarà, allora bisognerebbe iniziare a pensare di allungare la rotazione con un intervento sul mercato, fermo restando che fino al 23 gennaio si può fare un solo movimento in entrata (il tesseramento jolly), e che comunque non è affatto facile che i giocatori italiani si muovano in questo momento della stagione. Dalle parole del GM bianconero Julio Trovato, sembra che la società intenda muoversi seguendo questa direzione.