In finale scudetto, Gianmarco Pozzecco è stato sentito da Enrico Schiavina del Corriere. Un estratto dell’intervista.

“Già passato un anno dalla rescissione con la Fortitudo? Non ci avevo fatto caso. Sarà che qui a Sassari viviamo su una nuvola. Difficile descrivere quello che sta succedendo. E non esiste né un prima né un dopo.
Cosa è successo? Non ne ho idea. Quattro mesi fa stavo a casa mia a Formentera a fare vita da pensionato, mi mancavano solo i cantieri, adesso sono qui e mi godo questa favola. Con un approccio completamente diverso, anche se io sono sempre lo stesso. Per me non è cambiato niente. Anzi, una cosa sola: in partita riesco a mantenere il controllo, non impazzisco più. Ma io sono l'allenatore e la persona di prima.
Le critiche in Fortitudo? Erano tutte giuste, logiche. Avevo delle colpe precise. Poi certo, era la Fortitudo, c'era grande attesa, è successo di tutto, il risultato finale ha condizionato il giudizio complessivo su di me. Ma nello sport è così, si esagera con tutti, oggi sei un genio e domani un pirla. E figurarsi se me ne importa qualcosa: zero rivincite da prendere. Io poi voglio apparire il meno possibile.
Il mio personaggio? Non la vivo come una condanna, ma è così. Ho vissuto senza problemi il declino da giocatore, ho scelto di vivere a Formentera perché per nove mesi l'anno non c'è nessuno, non ho nessun bisogno di sentirmi socialmente accettato. Ma se parlo molto dicono che faccio il solito show, se parlo poco dicono che me la tiro, che mi sento arrivato... Poi non mi lamento, va bene così, mi fa ancora piacere stare tra la gente e qui a Sassari sono impazziti tutti, a livelli che hanno sorpreso anche me.
Spissu e Gentile giocano bene? Anche qui mi trovo in difficoltà: è vero, ma non voglio prendermi io meriti che sono loro. Un salto di qualità da Spissu te lo potevi aspettare per un fatto di età, da Gentile per dna.
Ora tifa per me tutta Italia, virtussini compresi? Sarà perché questi ragazzi ci stanno mettendo l'anima e la squadra è bella da vedere, fa divertire, giocando in un modo surreale.”


(Foto Pozzati)

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