Luca Baraldi, AD della Virtus, è stato intervistato da Luca Muleo su Stadio.
Un estratto delle sue parole.

Sale la pressione in vista del debutto in coppa?

"La squadra è abituata a giocare grandi partite. Semmai aumenta la consapevolezza che l'evento si avvicina e quindi le motivazioni. E' solo positivo".

Quanto conta per voi questo trofeo?

"Tantissimo, perché non l'abbiamo mai vinto durante la nostra gestione. Ed è 23 anni che manca dalla bacheca del club. L'abbiamo sfiorata lo scorso anno, c'è desiderio di rivalsa rispetto a una coppa che ci è sfuggita soprattutto per merito degli avversari". 
Cosa è mancato per portarla a casa? "L'umiltà. La consapevolezza di quanto fosse importante e che in campo ci vanno anche gli avversari. Se ti senti più forte lo devi dimostrare".

La più forte oggi chi è? 

"La coppa è la fotografia di chi è più in forma. Brescia lo è, molto in forma. Ed è la candidata numero uno per come si è comportata in campionato. Noi, Milano e Venezia condividiamo l'ambizione di vincere e la possibilità tecnica per farlo".

Come cambierà il bilancio parziale della stagione a seconda del risultato di Torino? 

"Solo in meglio. Sarebbe il secondo trofeo stagionale, è un'occasione. Un trampolino verso scudetto e playoff di Eurolega che sono i nostri obiettivi. Non vincerla vorrebbe solamente dire di non essere pronti in questo momento, non che non siamo bravi. Comunque ci sentiamo pronti, la squadra lo è". 
Anche per i playoff di Eurolega? "Mancano forse quattro vittorie. Con 8 gare da giocare "basterebbe" mantenere la media che abbiamo".

La Coppa Italia serve anche a mandare qualche messaggio alle rivali italiane? 

"L'unico messaggio è solo interno e lo ha dato il nostro presidente: "Mi manca questa coppa, fatemi questo regalo" ha chiesto alla squadra. Credo se lo meriti per tutto quello che ha fatto, sta facendo e farà. Sono convinto che la squadra metterà in campo tutto per accontentarlo. Ho visto le facce dei giocatori domenica sera dopo Scafati, avevano già la coppa in testa".

Avete già programmato l'anno prossimo? 


"L'impegno del presidente è assolutamente vivo, quotidiano e costante. Ci ha dato input molto chiari sulla costruzione della squadra del prossimo anno, io, il dg Paolo Ronci e Luca Banchi stiamo già lavorando. Mai come adesso Zanetti è in sella alla Virtus". 
Filosofia? Quella di sempre. Migliorarsi dove l'allenatore ravvisa carenze, con buon senso e nel rispetto dei parametri. Con l'obiettivo di salire un gradino ogni anno, in una scala senza fine. Contro Scafati avevamo 8500 persone all'arena, l'anno scorso erano 5mila. Quasi il doppio. Questo pubblico merita il nostro massimo impegno".

Un gradino ogni anno, fino a vincere l'Eurolega? 
"Io credo che negli obiettivi di una grande società debbano esserci grandi risultati. Dentro di noi chi non coltiva questo desiderio? L'importante è tenere i piedi bene per terra, provare ad avvicinarsi sempre più. Solo così arriverà un momento in cui si potrà dichiarare la vittoria dell'Eurolega come obiettivo, oggi non siamo a quel punto". 

I rapporti con Milano invece a che punto sono? 

"Reciproca stima. Le due squadre più rappresentative dell'Italia in Europa, ognuna con le sue caratteristiche, credo che il basket italiano debba essere onorato di questa rappresentanza". 
 

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