VIRTUS, IL PAGELLONE FINALE 2012-13
Una delle peggiori stagioni di sempre. Bastano queste poche parole per descrivere il 2012-13 della Virtus. Prima che si volti pagina, da Renato Villalta in poi, vediamo uno per uno i protagonisti della stagione bianconera.
Gaddefors - voto 5.5 - Dopo una stagione in cui ad Avellino aveva tenuto il campo, onestamente ci si aspettava di più. Il fisico c’è, la difesa anche. In attacco alterna buone prestazioni a serate abuliche, peccando spesso di troppa timidezza. Resta futuribile, anche se forse la dichiarazione per il draft NBA è un po’ troppo. In 20’, 5.6 punti di media.
Imbrò - voto 6 - Su di lui c’erano e ci sono enormi aspettative. Non bisogna dimenticare però che è del 1994, e ha avuto un impatto a muso duro col professionismo. Un anno di LegaDue col suo mentore Salieri gli avrebbe fatto senz’altro bene, in ogni caso qui ha molti minuti e non sfigura. Piace soprattutto come fa girare la squadra, mentre in attacco deve ancora migliorare molto, al momento si limita quasi sempre al tiro pesante. In 18’, 4.9 punti e 1.3 assist di media.
Poeta - voto 6 - Combatte tutta la stagione con tanti problemi fisici, che lo limitano molto. Gioca col consueto cuore sempre e comunque, e in qualche vittoria c’è il suo zampino. Dietro però patisce tanto, e soprattutto dà l’impressione da poter dare il meglio da sesto uomo di rottura dietro a un play americano, piuttosto che da titolare. Ha contratto, vedremo se si ripartirà da lui. In 26’, 11.5 punti e 3 assist di media. Anche 2.2 perse, ma si sa che il gioco ragionato non è la specialità della casa.
Moraschini - voto 5 - Ha ancora 22 anni, e quindi di tempo ne ha. La parabola sembra però quella di una promessa incompiuta, e anche i rapporti con la società sono di tutt’altro tipo rispetto ai tempi in cui era visto come fiore all’occhiello del settore giovanile bianconero e veniva fatto parlare al funerale di Porelli. Finchè c’è Finelli trova spazio, difende forte ma non incide particolarmente in attacco, gli manca il tiro. Bechi di fatto lo esclude, anche prima dell’infortunio alla caviglia, a favore di Fontecchio. L’impressione è che non si punti più su di lui, ma ha ancora un anno di contratto a cifre piuttosto elevate. Si vedrà. In 14’, 4.1 punti di media.
Rocca - voto 5 - Giocatore tutto cuore e grinta, idolo dei tifosi ovunque sia andato e - storicamente - uno che ha fatto sempre male alla Virtus. Le carte in regola per ben figurare c’erano tutte, purtroppo il tempo passa per tutti e quest’anno il buon Mason ha fatto davvero fatica, pur lottando come un leone come sempre, e non dando quasi mai l’impressione di poter decidere le partite come faceva una volta. In 20’, quasi 7 punti e 5 rimbalzi di media.
Gigli - voto 6.5 - Combatte con problemi al ginocchio tutta la stagione, a un certo punto pare si debba operare, ma alla fine c'è praticamente sempre. Gioca spesso sul dolore, e lo fa bene, finendo anche a fare il numero “4” quando arriva Bechi ed esce Smith. Una delle note più liete della stagione, i tifosi sperano nella sua conferma. Ha contratto, ma può uscire praticamente gratis. Dato che già l’anno scorso si è ridotto lo stipendio per restare, e l’ha fatto notare, sembra difficile che possa restare, anche se di sicuro il presidente Villalta e il nuovo DS proveranno a convincerlo. In 27', 10.2 punti e 6.7 rimbalzi di media.
Parzenski - voto 5 - Arrivato qualche anno fa con grandi speranze, finora non ha concluso molto. In vari momenti della stagione ha spazio, ma non si fa mai particolarmente notare. Spesso tira più da tre che da due, in entrambi i casi con percentuali attorno al 30%. Al momento in serie A ci sta in maniera marginale. In 8’, 1.8 punti e 1.4 rimbalzi di media
Landi - voto NG - Ha spazio nel finale di stagione con Bechi, qualcosa fa vedere. Ha bisogno di giocare per farsi le ossa, possibilmente prestato in LegaDue. In 7’, 2 punti di media.
Fontecchio - voto 6 - Classe 1995, viene lanciato da Bechi e dopo la partita con Venezia - in cui mette a segno 11 punti con belle giocate - tutti iniziano a parlare di lui. Si parla di futuro in NBA, che al momento è una chimera, e di possibilità di poter andare al college, che invece è molto più concreta. Se deciderà di seguire le orme di Hackett e Della Valle, la società lo perderà gratis e non avrà più alcun diritto su di lui. La sua decisione, magari, dipenderà anche dal tipo di contratto professionistico che gli offriranno le Vu Nere. In 13’, 2.7 punti di media
Smith - voto 4 - Giocatore di talento vero, ma che spesso e volentieri va fuori giri, e si estranea dalla partita.Viene dal Panathinaikos ed è considerato un califfo. Parte anche bene, sempre in doppia cifra, poi va fuori giri assieme al resto della squadra. Piazza un paio di prove da 28 punti (Siena e Montegranaro), ma in generale è sempre più fuori dai giochi, e finisce fuori rosa nel finale di stagione. Sabatini annuncia anche che smetterà di pagarlo, avendo lui rifiutato di cercarsi un’altra sistemazione. Delusione bruciante. In 31’, 11.7 punti e 5 rimbalzi di media
Andjusic - voto 5.5 - Arrivato a stagione in corso con contratto quadriennale, è una scommessa per le prossime stagioni. Per ora - in 9 partite - ha mostrato ottima mano da tre (41%), una condizione fisica da migliorare, e poco altro. Da rivedere. In 17’, 6.3 punti di media e quasi 2 perse, sintomo di una certa tendenza a fare confusione.
Pullen - voto 7 - Nettamente il migliore della stagione. Voluto da Finelli, arriva con Bechi e salva le Vu Nere con 22 punti all’esordio nella cruciale sfida con Reggio Emilia, vinta. Poi continua a fare bottino in quello che diventa il garbage time della stagione, chiudendo con medie stratosferiche, quasi 21 punti e il 46% da tre. Sabatini ha provato a rinnovarlo offrendogli un biennale, per ora è stato rimpallato, ma l’obiettivo della società di tenerlo c’è, anche se non sarà facile. In 28’, 20.7 punti e 2 assist di media.
Hasbrouck - voto 4.5 - Parte bene, dimostrando di essere tiratore di striscia capace di accendersi. Poi si affloscia piano piano. La sua stagione resterà però famosa per episodi fuori dal campo. Prima l’intervista in cui dice non posso parlare alla domanda sulla regolarità dei pagamenti, poi la fuga a Pasquetta, direzione Turchia, adducendo appunto ritardi nei suddetti pagamenti. Come con Kemp però Sabatini l’avrà vinta, la FIBA negherà lo svincolo del giocatore che dovrà tornare. E come con Kemp arriveranno comunicati di sfottò, da Confidential: Lassie torna a casa alla cuccia pronta per lui. Una volta tornato non gli viene nemmeno permesso di allenarsi, ma viene licenziato. Ora vedremo cosa succederà: Sabatini dice che farà causa al suo agente Funiciello e che il giocatore restituirà 6 mensilità, dall’entourage di Hasbrouck si ventila un lodo FIBA. Giocatore dimenticabile, stagione dimenticabile, l’ennesima polemica. In 28’, 12.3 punti e quasi 2 assist di media.
Minard - voto 5 - Firmato dopo un tira e molla durato quasi un mese, si presenta in palese sovrappeso, e questo lo condiziona. Nelle vittorie comunque in generale gioca bene, e condisce la partita con Biella con 10 triple. In società non piace, Sabatini lo vuole tagliare e lo dice all’agente, poi cambia idea e si scusa pubblicamente. Gli alti e bassi e i dubbi su di lui continuano fino al 20 febbraio, quando arriva il fulmine a ciel sereno. Il Besiktas lo vuole, e il Besiktas lo prende. Mentre Sabatini dice in tv che il giocatore è incedibile, i turchi depositano in Eurolega la lista coi giocatori per la seconda fase che contiene il suo nome. Alla fine si trova un accordo che accontenta tutti, ma l’impressione è che qui la Virtus non avesse quel “potere contrattutale” usato poco tempo dopo in maniera durissima contro Hasbrouck. In 23’, 10.4 punti e il 45% da tre di media.
Finelli - voto 5 - L’anno scorso aveva fatto bene, finendo beffato da Sassari e Vanuzzo. Quest’anno invece va tutto storto, a lui e alla squadra. Sabatini a novembre parlava del suo rinnovo come cosa fatta, gli è invece fatale una serie di 9 sconfitte in 10 partite, condita dal KO a Biella che per qualche tempo fa seriamente temere la retrocessione. Aldilà di infortuni e fughe dà l’impressione di non avere la squadra in mano, e la società non gli prende i rinforzi richiesti. Voleva Pullen, arriverà per il suo successore. Termina la sua esperienza virtussina - iniziata con una conferenza stampa di presentazione clandestina - senza mai aver fatto breccia nel cuore dei tifosi, che non gli hanno mai perdonato il suo pedigree fortitudino.
Bechi - voto 6 - Fa quello che gli viene chiesto dalla società. Porta la squadra alla salvezza (con il fondamentale innesto di Pullen) e vince il premio italiani, obiettivo primario dell’anno. La squadra con lui ha circa la stessa percentuale di vittorie che con Finelli, ma arrivano le vittorie decisive per la serie A e in campo si vede uno spirito più combattivo, cosa che piace ai tifosi. Viene rinnovato dall’uscente Sabatini, e salvo terremoti sarà lui il coach della Virtus dell’anno prossimo.
Società - voto 4 - Onestamente, è difficile trovare qualcosa che sia stato azzeccato, forse il solo acquisto di Pullen che ha garantito la salvezza. Pessimi risultati sportivi, e la consueta dose di polemiche, partendo dall’insistenza sul premio italiani (lo vinceremo, a costo di arrivare penultimi) fino ad arrivare alle dichiarazioni sull’autoretrocessione che hanno provocato persino una reazione dalla Casa Madre. In mezzo problemi con vari giocatori, due fughe di cui una rientrata (Hasbrouck-Lassie) e la sensazione - a partire dall’intervista di Koponen in poi - che la situazione economica non fosse floridissima.
Si finisce la stagione con lo sciopero del tifo dei Forever Boys da una parte, e con la contestazione a Claudio Sabatini dall’altra.
Dopo le dimissioni dello stesso Sabatini si riparte da Renato Villalta e dal costituendo nuovo cda, con la necessità assoluta di recuperare il rapporto con i tifosi/clienti delle Vu Nere per avere la forza economica e la passione necessarie ad andare avanti e a fare bene.