Gigi Serafini ci ha lasciato ieri, soffriva di una patologia non curabile. È stato il nostro pivot durante i miei primi quattro anni alla Virtus Bologna, dal ’73 al ’77.
Alto 2 metri e 10, aveva uno “Sky Hook”, gancio cielo, che nessuno poteva stoppare.

Con Gigi abbiamo vinto la Coppa Italia nel 1974, ci siamo qualificati per la Coppa Europea nel 1975, vinto lo Scudetto nel 1976 e secondi nel 1977.

Nella stagione 1974-1975 era allo stesso livello di molti giocatori statunitensi: 20 punti e 11 rimbalzi a partita. Si ruppe poi la caviglia nell’ultima partita di stagione regolare. Finimmo terzi senza di lui, ma avremmo potuto vincere tutto se l’avessimo avuto con noi. Il nostro giocatore americano, Tom McMillen, 2 metri e 10, spronava Gigi coinvolgendolo molto nei primi cinque minuti di ogni partita.

Al nostro primo allenamento, Tom vide Gigi e disse: “Lui deve essere felice”. Per fare ciò, lo aiutò in ogni modo, e così facendo l’autostima di Gigi raggiunse vette irreali. Tom è tornato poi a Bologna nel 2015, per rivedere Gigi ed i suoi vecchi compagni di squadra. Era felice di rivederlo.

Gigi Serafini giocò con la Nazionale Italiana in due Olimpiadi. Quarti nei Giochi del 1972, perdendo la medaglia di bronzo nella partita contro Cuba, 66-65.

Quinti nelle Olimpiadi del 1976, perdendo ai quarti di finale contro la Yugoslavia, 88-87.

Gigi sapeva segnare, catturare rimbalzi, passare e stoppare. Era un grande agonista ed un grande compagno di squadra.

Tutti gli volevano bene.

Quando lo abbiamo ceduto, nel 1977, andai a Parma, dov’era in ritiro con la Nazionale, per dirglielo di persona. Fu un momento difficile.

Lo ringraziai per tutto ciò che aveva fatto per me e per la Virtus.

Ed io, qui, voglio ringraziarlo ancora.

Un abbraccio, Gigante.

Dan Peterson

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