PESARO - VIRTUS, IL DOPOPARTITA
Vincere in trasferta, su un campo difficile come quello di Pesaro e contro una squadra mai doma, che non ha mollato nonostante sia stata sempre sotto nel punteggio e abbia perso il suo miglior realizzatore - Moore - in corso d’opera. E poi la prova mostruosa di Alessandro Gentile, in versione uomo solo al comando (27 punti, 7 rimbalzi e 4 assist), la solidità di Slaughter (10+9) e le giocate decisive di Lafayette, che ha confermato la sua fama di giocatore caldo nei momenti chiave delle partite.
La Virtus torna da Pesaro con due punti in tasca, dopo la prima vittoria in trasferta, e qualche certezza in più, quelle di cui sopra. E sempre senza Stefano Gentile, non va dimenticato.
Poi, certo, c’è ancora molto su cui lavorare, in particolare sulla continuità. I bianconeri ieri hanno acceso e spento la luce più volte nel corso della partita, e non hanno mai chiuso una partita comunque sempre condotta, arrivando a un rischioso finale punto a punto che si poteva evitare. E poi, la differenza in campo tra il primo e il secondo quintetto, come impatto e intensità, con alcuni giocatori (Rosselli e Lawson, ad esempio) che ieri hanno fatto parecchia fatica. Col mercato forse questa lacuna verrà sistemata. E infine, ci si è affidati forse un po’ troppo alle giocate dei singoli, anzi del singolo che ha preso il 35% dei tiri di tutta la squadra, ma d'altronde con un Gentile in serata di grazia era anche giusto cavalcare l'onda.
In ogni caso, il bicchiere è assolutamente mezzo pieno, anzi pieno per tre quarti. Che la Virtus sia ancora indietro come costruzione della squadra non è una novità, e bisogna lavorare in corso d’opera a marce forzate, visto che il campionato non attende nessuno. Farlo e intanto portare a casa delle vittorie è la cosa migliore che possa succedere ai bianconeri.