FORTITUDO - BRESCIA, LA SERIE TRA GARA 3 E GARA 4
Come è che cantava Sammy Barbot, quando tanta della gente che era in campo oggi non era forse nemmeno nei progetti dei propri genitori? Ah, sì, Aria di casa. Difficile pensare che l’antico ballerino sappia che ieri al Paladozza si è lavorato ispirati dal suo eterno capolavoro, ma le cose sono andate così, con la Fortitudo che si è scrollata di dosso non tanto le paure, quanto piuttosto le problematiche tattiche della doppia a Montichiari facendo 1-2 nella serie e ribadendo all’universo mondo che, ecco, da queste parti ci si deve su-su-superare, anche solo per provarci. Perché Brescia ha tenuto il ritmo per 25’, risalendo da un inizio complicato (11-3 bolognese nelle prime battute), è arrivata anche a sorpassare, per poi vedersi asfaltata da Bologna. Che ha usato poi le solite, classiche armi: difesa, intimidazione, e finalmente un po’ di attenzioni offensive, con Daniel prima e un superbo Montano (15 nell’ultimo quarto) a rendere pleonastico il finale. Gioia e tripudio, per ora.
Quello che gara 3 ha detto è che la muraglia umana bolognese non può far tutto ma tanto lo può fare, se è vero che negli ultimi 80’ le due avversarie (e mica roba da poco) ne hanno messi 107 al netto della frenata fortitudina delle ultime battute con Brescia. E andatela a stanare, questa squadra che è un fortino ai tratti dell’inespugnabile. Che magari non riesce sempre ad essere perfetta, ma che non concede agli avversari né contropiedi né tiri facili. E poi, andateli a mettere voi, dei tiri facili, in questo clima. Ecco quindi che si può fare 40% al tiro casalingo e vincere, se poi dietro si lascia il 36%: Boniciolli è triestino come Nereo Rocco, e sa che tutto deve partire, prima di tutto, dal non prenderle.
E ora? Ora si aspetta di capire quel che sarà gara 4, martedì, con gli inevitabili strali che arriveranno da multe (Bushati un po’ strattonato dal parterre, i cori contro la presidentessa Bragaglio) ma cercando di tenere la testa sulla partita che ci sarà in serata: non era finita dopo lo 0-2 lumbard, ora non è automatico che sia per forza di cose 2-2. Sarà lunga, ma intanto è stata allungata.
Ancora un altro entusiasmo ti farà pulsare il cuore - Daniel e Montano si sono presi la squadra sulle spalle, in attacco, con l’incoscienza e l’entusiasmo di chi sapeva di poter fare il proprio dovere perché dietro tutti lo stavano facendo. L’ambiente, la difesa, l’erezione fisica collettiva. Tutto, insomma.
Ne abbiamo avute di occasioni perdendole - Candi può aver sofferto una crisi esistenziale, ma vagli a dire qualcosa, dopo tutto quello che ha fatto fin qua.
(foto Pierfrancesco Accardo Photography)