Non è la Fortitudo del derby, ma quella di Trieste basta e avanza, contro una inguardabile Allianz, per portare a casa una nuova vittoria in trasferta, battezzare l’esordio in panca di Rajola e tenere in vita le speranze di salvezza. Con Procida che ci prova e poi non ci prova più, con Durham a mezzo servizio, affidandosi in toto al duo Frazier-Feldeine: siamo un pura modalità Penelope, ma alla fine la tela viene portata a compimento.

Salutato con lacrime collettive il ritorno a Trieste in borghese di Fernandez, si parte con Durham in panca e Fortitudo che con lavoro difensivo si porta avanti malgrado la gestione di coppia Frazier-Feldeine non sia di quelle da raccontare ai figli o ai nipoti. Però, con due siluri di Benzing e qualche spallata di Feldeine, si fa 12-5: dura poco, perché davanti non si hanno idee e si tiene troppo la palla senza darle pericolosità, e bastano due folate di Banks, qualche libero, e il punteggio si ribalta: 19-14, con i cambi F che non riescono a tenere la stessa intensità difensiva, e buon che Durham inventi una colomba allo scadere per chiudere al 10’ sul -13, 16-19.

La zonaccia bulgara di Rajola ha buchi centrali che Trieste non sfrutta, e ritrovando qualche cesto si fa +5 prima che una culata di Lever eviti ulteriori danni per i locali. Aradori però è bravo a procacciarsi liberi, l’ex Virtus Alexander non è esattamente per i giuliani una guida sicura, e si fa anche +8. C’è precarietà continua tra mancanza di cambi tra gli esterni e tra i lunghi, ma con una tripla di Aradori e una buona lena difensiva collettiva si raggiunge il 43-32, prima che un tiro da 4 concesso dallo stesso Aradori a Campogrande e una tripla dello ri-stesso Aradori allo scadere venga (giustamente) annullata per un alito di ritardo rispetto al gong. E’ comunque 43-36 al 20’.

E’ un batti e ribatti dove, per forza o per amore, la Fortitudo deve affidarsi in toto a Frazier e Feldeine, con gli alti e bassi di chi deve sia gestire che produrre. I due fanno e disfano, tra un +11 e una persa, ma alla lunga la precarietà si paga: quasi tutto il prodotto evapora nel finale di quarto, che arriva sul 61-57.

Due non difese, due errori piazzati di Aradori, ed è sorpasso casalingo. Servirebbe ritrovare continuità in attacco, ma rendendo ogni azione un assalto approssimativo si deve anche sperare negli errori altrui per non collassare. Quasi senza accorgersene però la Fortitudo torna a +6, fidandosi più dei regali di Trieste che non per cose proprie, poi Aradori si fa perdonare una serie di buchi difensivi con la tripla del +8 a 2’ dalla fine. Feldeine cicca il gol partita, ma la salvezza del 2 in schedina la mette Frazier, bissato poi da un mai fuori giri Benzing. Va bene così.

Foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103

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