Max Ruggeri, doppio ex e attualmente "biciclettaio" a Rimini, è stato sentito da Enrico Schiavina per il Corriere di Bologna. Un estratto dell'intervista.

"Ho appena festeggiato i dieci anni qui, e ne sono felicissimo. A fare questo lavoro mi ero un po’ staccato dal basket, anzi ero proprio fuori da tutto, anche se ultimamente mi sono riavvicinato, attraverso i miei due figli. Avevo perso i contatti con tutti. A parte Carlton, l’unico che ogni tanto passava di qui per fare due chiacchiere. Poi Rimini è tornata in A2 e ho ripreso un po’ a seguire.
Ho il cuore diviso, io sono riminese fino al midollo ma quegli anni a Bologna non li dimentico. Sono tornato una volta l’anno scorso e la Fossa mi ha fatto una gran festa, lì da voi è sempre tutto bello però ragazzi, io ho vissuto la Basket City degli anni 90, che era un’altra cosa, credo irripetibile. Ho fatto i conti, ho vinto otto derby con la Virtus consecutivi. Che tempi.
L'officina delle biciclette? Avevo i figli piccoli e non volevo sradicare la famiglia da Rimini, non mi sembrava giusto. E poi c’era questa attività di famiglia che stava per chiudere, ho deciso d’istinto che potevo portarla avanti io. Non me ne sono mai pentito. Sono un meccanico vecchia scuola, viviamo nella società dell’usa e getta ma io quando posso le cose le aggiusto. O le trasformo: una volta un tifoso mi ha fatto restaurare una vecchia bici da città, tutta biancoblù e con il logo della Effe, è venuta un gioiello… Qui vengono tifosi riminesi tutto l’anno, ma d’estate anche molti bolognesi, sia fortitudini sia virtussini, e sono belle discussioni. La mia è un’officina per le bici, e per parlare di basket"

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