La prima cosa da dire sulla partita di ieri è che la Virtus l’ha portata a casa, e visto come si era messa a un certo punto non era scontato, anzi. E per questo bisogna ringraziare soprattutto la freddezza di due giocatori esperti come Ndoja e Rosselli - che hanno messo i canestri cruciali - i liberi finali di Spissu e un po’ anche l’ex Blizzard, che ha provato a caricarsi i suoi sulle spalle, ma ha avuto un po' di braccino, forzando e sbagliando tiri pesantissimi.

Messa in cascina la prima vittoria, la Virtus ora ha pochissimo tempo per analizzare una partita dai due volti. Liscia come l’olio nel primo tempo, quando il tiro da fuori è entrato con facilità (9 triple a segno), un rebus insoluto nella seconda parte, quando Casale ha fatto vedere perché è stata la miglior difesa del girone Ovest. Tanta zona, pressing, raddoppi e una grande capacità di sporcare la palla. Tutto questo ha mandato totalmente fuori giri l’attacco bianconero, e in particolare Umeh che dopo un primo tempo da 15 punti è sparito dalla partita. Diciannove punti di vantaggio sprecati, zero triple nella ripresa, 14 palle perse e un gioco che improvvisamente è diventato prevedibile e farraginoso. E anche sotto il proprio canestro le Vu Nere hanno sofferto tanto, concedendo ben 13 rimbalzi offensivi agli avversari, con Tolbert che ha fatto soffrire parecchio Lawson, peraltro spesso mandato ad aiutare lontanissimo da canestro in maniera poco produttiva. In ogni caso la Junior è arrivata massimo alla parità, e non ha mai messo il naso avanti. Lo psicodramma si è rischiato, ma non si è concretizzato, perchè nel momento decisivo c'è stato chi ha messo i canestri decisivi. Ndoja e Rosselli, due che sanno cosa vuol dire giocare e vincere un playoff, sono venuti fuori quando contava.

In ogni caso, per le Vu Nere ci sono due attenuanti da considerare: la prima è la mancanza di riferimenti in un impianto nuovo, dato che era solo la seconda volta al PalaDozza in stagione, dopo il derby. E la seconda è l’inserimento di Stefano Gentile, che ha giocato 13 minuti nel ruolo chiave di playmaker con ancora poco affiatamento coi compagni, con qualche inevitabile pasticcio. Entrambe le situazioni dovrebbero migliorare già da gara2 di domani, però quel che è certo è che - se la Virtus vuole fare strada nei playoff - la lezione di ieri dovrà essere metabolizzata in fretta e gli errori compiuti non ripetuti. In particolare, e questo l’aveva detto anche coach Ramagli, nei playoff non si può fare affidamento sulle percentuali al tiro, ma bisogna piegare le gambe e difendere. Come ha fatto Davide Bruttini nel momento più critico dei suoi, per esempio.

Infine, il PalaDozza. 3000 persone circa, con curva Calori piena e resto del palazzo decisamente meno. I motivi possono essere vari, tra cui anche la mancanza di ingressi agevolati (società sportive e altri) che solitamente ci sono a Casalecchio. Fatto sta che ci si aspettava un afflusso maggiore, al di là della giornata di ponte che può aver tenuto qualche tifoso lontano. L'impressione è che per riabituare la gente a Piazza Azzarita ci vorrà del tempo, e di sicuro i risultati - come sempre - potranno aiutare. Di sicuro si è giocato in un impianto perfetto per il basket, e per i meno giovani l'operazione nostalgia c'è stata ed è stata di quelle forti.

(foto Iguana Press - Virtus Pallacanestro)
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