Alla Unipol Arena, per il primo evento di basket con il pubblico dopo sei mesi, ieri sera c'erano 590 spettatori, poco più di un quarto di quelli che avrebbero potuto assistere alla partita (2068).
La Gazzetta di Reggio ha riassunto le indicazioni per gli spettatori, che saranno valide anche per le prossime partite interne di Fortitudo - sempre alla Unipol Arena - e Virtus, al PalaDozza, alle quali probabilmente assisteranno più persone.
Come è noto, i tifosi organizzati biancoblu hanno scelto di stare fuori: d'altronde è vietato portare dentro striscioni di alcun tipo, tamburi e bandiere, e c'è l'obbligo di restare sempre seduti. Tutti i presenti hanno dovuto igienizzarsi le mani all'ingresso e sottoporsi alla misurazione della temperatura. Dato che uno dei termoscanner si è rotto e ha dovuto essere sostituito, questo ha creato qualche rallentamento. Una volta dentro e seduti - da soli o con i congiunti - vigeva il divieto assoluto di muoversi dal posto assegnato, e l'obbligo di indossare sempre la mascherina. Si poteva andare in bagno solo accompagnati da una maschera, prenotandosi per alzata di mano, e prendere da bere solo chiamando gli addetti alla vendita che giravano per il palasport, dato che i bar dell'impianto erano chiusi. A vigilare sulla buona riuscita delle operazioni circa 70 addetti tra il personale della Unipol Arena e gli steward di Pallacanestro Reggiana. A fine partita le squadre sono uscite subito, essendo vietato qualsiasi contatto coi tifosi, nonchè foto e selfie.
Al momento l'unico modo di ricominciare è questo, e non ci sono stati particolari problemi.

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IL DERBY ALLA FORTITUDO 95-92