34-46 a rimbalzo (con divario che nel primo tempo rischiava di essere del tipo tre a uno), 36 tiri da 3 tentati a prova di come forse in area non ci fossero i coccodrilli ma muscoli freschi contro meno muscoli e meno freschezza. La Fortitudo perde forse una delle poche trasferte che ai tifosi sarebbe davvero piaciuto vincere, ma pensare che qualcuno ieri abbia dormito male per colpa del -11 in Romagna (e contro l’antico nemico Marcelo Nicola) è sadismo puro. Alla fine non ci sarebbe nemmeno tanto da raccontare, se non recuperando una battuta trovata sui social: Forlì aveva tanta birra in corpo, la Fortitudo doveva ancora smaltire quella dei bagordi in settimana, e poco altro da dire.

E’ mancato Pini, dopo un po’ è venuto meno anche Rosselli, mentre gli acciacchi dei forlivesi non sono poi sembrati così invalidanti. Un po’ questo, un po’ l’inevitabile fatica a restare sul pezzo dopo una settimana in cui ci sono state feste, inviti dal Sindaco, celebrazioni e altre cose: ma anche voi, riuscireste a dare un esame la settimana dopo esservi laureati con 111 e lode? Forse no. E allora non è nemmeno necessario stare a ragionare sui perché di una sconfitta che, come detto, ha le sue cause statistiche nei rimbalzi e nel poco equilibrio dell’attacco (oltre che ai quasi 90 presi). Ce ne ricorderemo, da qui a un mese? Da qui a una settimana? Martino probabilmente sì, per qualche giorno e perché questo è il suo compito. I tifosi si limiteranno a salutare quelli forlivesi che li sbertucciavano: sì, certo, avete raggiunto i playoff. Ma quando li giocherete, noi saremo al mare: magari proprio sulle vostre spiagge, ma noi saremo in vacanza e voi no. Basta e avanza.


In ginocchio da te - Hasbrouck e Cinciarini hanno gongolato per una partita dove Forlì aveva molte più chiavi sotto che non fuori dall’area. Per il resto poco altro.

Non son degno di te - Male sotto canestro, con Leunen e Benevelli che poco hanno potuto contro i dirimpettai. Evabbè.

( Foto Fabio Pozzati / ebasket.it )

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