Alla vigilia dell’esordio nei playoff il coach della Fortitudo Matteo Boniciolli è stato intervistato da Walter Fuochi su Repubblica.
Ecco le sue parole:

Boniciolli, domani si comincia. Agropoli-Fortitudo, gara 1 degli ottavi d’un playoff con 20 partite da giocare e 12 da vincere, per salire in A1. Lei è dove voleva essere? Sì, e pure il settimo posto mi sfizia. L’unica altra volta in A2, con Udine, fui prima settimo poi promosso. Ma portarono bene anche Alibegovic e Charlie Smith.

E dove vorrà essere il 23 giugno, ultima di playoff? In A1, ovvio.

Realisticamente, si può fare? Sì, e col massimo rispetto per ambizioni e investimenti di altre competitrici, di livello pure superiore. Ma credo che in Fortitudo si sia fatta la scelta giusta, quella di crescere coi giovani, e che questa scelta pagherà. Magari l’anno prossimo, ma io penso già questo. Sono contento della stagione di una squadra che ha puntato sul lavoro e non sul mercato, che ha portato tre ragazzi in nazionale under20, e che meriterebbe di fare la A1 coi Candi e Montano, i Raucci e gli Italiano, la prossima tappa di questo percorso. Dove dovrebbe pure cambiare poco, non rinnegando l’idea di lavorare sugli italiani. Mi piacciono questi assetti dell’A2, con due soli americani, e pure senza troppi veterani. Io ho Carraretto e Amoroso, due professionisti veri e due leader, uno con l’esempio, l’altro anche con la voce, e saranno loro la giusta dose d’esperienza di un gruppo che vorrei veder prevalere per altre doti. Sì, possiamo farcela, e sono grato alla società di aver concordato su questo tragitto.

Sennò, diceva, ci riproverà l’anno prossimo. Un contratto c’è, mi auguro di stare anche più a lungo, perchè ho sintonia totali con l’ambiente Fortitudo e con Bologna, adorata città dove vorrei legare una carriera che ha vissuto di molti viaggi, esperienze, traumi, a un mandato di lungo periodo, tipo coach di college americano.

Che limiti vede ai suoi, a vietare l’impresa? Adesso mi faccio autogol. Io a questa Fortitudo non vedo limiti. Dovrei mettere le mani avanti, dire che prenderemo ciò che verrà, invece dico che siamo a una partenza con magnifiche premesse. Vedo squadre che possono metterci sotto in partita secca, come è successo in stagione, ma non ne vedo nessuna sicura di batterci tre volte in 10 giorni. Perchè siamo preparati per giocare tanto e spesso, ossia per un campionato differente: finora 30 partite in 8 mesi, ora 20 in 40 giorni. In gara secca i Di Bella, i Gigli, i Bulleri, i Moss ti fregano con un paio di giocate giuste: l’esperienza premia e altrove ce n’è di più. Ma ora sarà un’altra storia, e noi abbiamo badato a crescere più che a vincere singole partite. Porteremo ai playoff le rotazioni allungate che abbiamo curato durante la stagione. Ne abbiamo di più rispetto a tanti, e se come penso andranno su non i più bravi ma i più “lunghi” noi lì ci siamo, atletici, buoni a correre e con 10-11 giocatori che possono entrare e uscire sempre.

Tra la Effe e la A1 ci sono 4 turni in cui vincere almeno una gara in trasferta, dopo 5 vittorie esterne in stagione regolare, di cui 4 contro squadre che non sono tra queste 16. Fuori, delle big, avete vinto solo a Verona. Poi, a discarico, con Mantova, Imola, Treviso, Roseto e Brescia avete perso tra i 2 e i 7 punti. Vero, e accetto ora - per equità di dover vincere tanto in trasferta dopo averlo fatto solo un terzo delle volte. Decideranno atteggiamento e concentrazione, l’essere esigenti con se stessi, il non invocare alibi. Dettagli minimi, pochi palloni gettati per inesperienza, ci sono costati partite con le big, ma mi sono fatto spesso una domanda: Brescia o Mantova, alla prossima, ci batteranno ancora di due? Dentro questa risposta staranno i nostri playoff. Intanto, per la prima volta, ci alleniamo tutti e dodici e Raucci ci darà già domani qualche minuto. Infine vedo belle facce in palestra, più gioia che preoccupazione. Conterà.

Chi sono le favorite? Scafati, Ferentino, Brescia, Mantova e Verona hanno fatto squadre per vincere e aggiunto giocatori in queste ore, Mantova addirittura due. Sono meglio di noi, ma siamo lì con tutte.

Boniciolli, il basket italiano s’è fermato a guardare Varese che assalta la terza coppa europea. Lei l’ha vinta, questa coppetta… Sì, con la Virtus 2009, e mi incazzo ancora quando sento coppetta. Battemmo uno Cholet che aveva De Colo e Beaubois, giocammo in casa - vero - ma la Virtus più stellare, e mi scuso per i paragoni blasfemi, una finale in casa l’aveva anche persa. Adesso siamo poveri, al basket italiano serve anche la coppetta.

Un derby dove lo vorrebbe, in A1 o in A2? In A1. Manca a tutti, mica solo a Bologna.

(Photo by Fabio Pozzati / Iguana Press / Fortitudo Pallacanestro Bologna)

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