Alla fine, si potrebbe anche pensare che i problemi offensivi fortitudini fossero tutti legati alla presenza di Raucci. Scherzando, si intende, ma intanto la Fortitudo trova la sua terza vittoria consecutiva, come chiesto da Boniciolli, distruggendo Recanati in un secondo quarto da 37 punti messi dentro, 12 subiti, e tutto il resto della partita che diventa, per forza di cose, pura accademia. Ora, attenzione a quello che dicono i risultati delle altre, perché ormai i playoff sono roba che forse nemmeno a giocare con le scarpe allacciate al contrario si potrebbero ciccare: Treviglio non può più superare la Fortitudo, e tutto il resto della truppa che non sembra, comunque, in forma come una Bologna che senza Raucci ne fa 100 prima e 99 poi.

Dopo il lungo e commosso ricordo di Massimino, celebrato da infiniti cori e svariati striscioni, la Fortitudo si accorge che dentro le mimetiche di Recanati ci sono mani interessanti. Primi cinque possessi o quasi, cinque triple, a firma Pierini-Maspero-Traini (mancavano Firicano e Giannichedda). Serve andare bene in attacco per risalire dal 17-11 del 5’, poi quando Italiano attacca il canestro e dall’altra parte le triple diventano cross, si torna su binari di equilibrio, di blando sorpasso, prima che Procacci (manca Falqui) faccia la sesta e faccia 25-23 per l’ermo colle.

L’iperzifolanza e la maggior lunghezza della propria panca facilita il lavoro della Fortitudo per mettere le braccia avanti, poi quando si rende la pariglia (3 triple di fila tra Flowers, Montano e Amoroso) davanti a gente fin troppo convinta di poterla mettere anche da metà campo, arriva l’11-0 che porta il vantaggio in doppia cifra (42-30 al 15’). Nell’area ospite ci manca solo una reception con la scritta benvenuti, Bologna ci pascola con gioia, il parzialone aumenta con Flowers che spara il ventello e anche oltre, con il tabellone che quasi fatica a tenere il ritmo dei ciuf bolognesi. Il gong arriva quasi a salvare la faccia di Recanati, ed è 60-37 al 20’.

Bene, di cosa si parla, dopo l’intervallo? Che Maspero prova con due triple a dare un senso alla cosa, che però la cosa dura poco perché Flowers e Daniel rimettono il tutto attorno al ventello, che gli arbitri fischierebbero anche le intenzioni di contatto allungando fin troppo una partita senza più mordente, che Traini inventa (e sbaglia) l’alley-hoop per se stesso, che Campogrande i liberi li sa mettere e che è 81-54 al 30’.

Dopo è ancora più complicata: i cori fossaioli continuano a ricordare chi non c’è più, il punteggio che aggira il trentello e tutto il resto che è solo il tentativo marchigiano di limitare i danni. Poco o niente, comunque, per ravvivare le coronarie. E stavolta ci si ferma a quota 99, senza andare oltre.


(Photo by Roberto Serra / Iguana Press / Fortitudo Eternedile Bologna)

LA TRAMEC TORNA AL SUCCESSO MA NON BRILLA
PESARO - FORTITUDO SUPERCOPPA 2001, PAGELLE E STATISTICHE