UNIPOL BANCA U18 IN FINALE NAZIONALE: L’ANALISI DI FEDERICO VECCHI
Missione compiuta. Ieri, a Solesino, Unipol Banca Under 18, guidata da Federico Vecchi, ha vinto lo spareggio con la Benetton Treviso e si è assicurata un posto alla Finale Nazionale di categoria, in programma a Pordenone a partire dal 12 giugno.
Un successo netto, a leggere il risultato: 85-60, venticinque punti di scarto. Ma non è stata una passeggiata, assicura il timoniere della truppa bianconera, e nessuno si aspettava che lo fosse.
“Come immaginavamo” spiega Vecchi, “è stata una partita difficile soprattutto nell’approccio, perché era il classico scontro da dentro o fuori, contro una squadra come Treviso, che ha sempre fatto le finali nazionali, e dunque c’era un aspetto emotivo importante, eravamo davvero tutti “sull’attenti”. Nei primi minuti, pur non giocando male, eravamo piuttosto contratti, non riuscivamo a segnare con facilità, mentre Treviso era in fiducia. Il momento più importante della partita è stato quello, perché siamo stati bravi a non disunirci, continuando a giocare insieme ed a difendere, fino a trovare l’inerzia che ci ha concesso di chiudere i primi due quarti sul +1”
La seconda parte della partita ha avuto tutto un altro copione.
“Nel terzo quarto ci siamo sciolti, con una buona difesa e qualche canestro da fuori siamo riusciti a sbloccarci e abbiamo giocato dieci minuti di buona pallacanestro, che hanno segnato la partita”.
Bel traguardo, ma è anche un punto di partenza: da adesso alla Finale Nazionale, che cosa resta da fare?
“Continueremo ad allenarci per provare a migliorare quegli aspetti sia a livello individuale che di squadra su cui abbiamo margini di miglioramento, per arrivare il più pronti possibile alle finali. Proseguiamo il nostro percorso, che come ci siamo detti altre volte persegue quello che è l’obiettivo principale di un settore giovanile, cioè cercare di formare al meglio i giocatori. Vedremo di fare qualche altro passo avanti, di qui all’appuntamento di Pordenone”.
Dove vi aspetterà, come era prevedibile, il meglio della categoria. Ovvero squadre parecchio attrezzate.
“Mancano ancora alcuni spareggi, ma sappiamo che il livello sarà molto buono. Gli incroci hanno portato a qualche sorpresa, come il nostro con Treviso che priva le finali di una squadra che meritava di giocarsela fino in fondo. Sarà un torneo molto equilibrato, ma anche di alto livello, dunque un’occasione per tutti di fare un’esperienza davvero formativa, un passo avanti nella crescita personale e di squadra”.
Pordenone sarà il meritato atto finale, ma un primo bilancio su questa stagione degli Under 18 si può già tracciare.
“Sono soddisfatto per quanto riguarda diversi aspetti di questa annata, a cominciare dal gran lavoro dello staff, veramente di ottimo livello. Per quanto riguarda la crescita dei ragazzi, che è poi il primo tema su cui ci dobbiamo soffermare, ho visto miglioramenti importanti, sia tecnici che fisici. Hanno fatto esperienze, tornei che sono stati molto formativi. Poi, certo, ora siamo alle finali: la settimana prossima tocca agli Under 15, poi ci saremo noi dal 12 giugno: se arriverà qualche risultato di valore, sarà la ciliegina sulla torta, ma il punto più importante è la strada che abbiamo percorso. Va da sé che, lo sappiamo tutti, quando si arriva in fondo si gioca per vincere”.
Per questi giocatori sta per aprirsi il mondo della pallacanestro “adulta”. Come ritieni che si presenteranno a questa ribalta?
“Abbiamo ragazzi di talento, che hanno delle qualità di base molto importanti. Questo è un punto di partenza solido. Allo stesso tempo sono giovani, hanno ancora ampi margini e un grosso potenziale da esplorare. Dobbiamo essere bravi noi dello staff a capire come stanno le cose, e loro a rendersi conto che a quell’età, anche se si è bravi, c’è ancora un bel percorso da fare e ogni opportunità va colta al volo. Devono sapersi mettere in gioco, non solo per consolidare i loro punti di forza, ma anche per completare alcune carenze che ci sono sempre, anche nei giocatori di ottimo livello. Quest’anno gli abbiamo fatto una proposta leggermente diversa rispetto a quella a cui erano abituati, una nuova metodologia che in certi momenti non era nemmeno facile da digerire, ma loro hanno reagito nel modo migliore, hanno fatto un bel passo in avanti e di questo sono orgoglioso”.
Un successo netto, a leggere il risultato: 85-60, venticinque punti di scarto. Ma non è stata una passeggiata, assicura il timoniere della truppa bianconera, e nessuno si aspettava che lo fosse.
“Come immaginavamo” spiega Vecchi, “è stata una partita difficile soprattutto nell’approccio, perché era il classico scontro da dentro o fuori, contro una squadra come Treviso, che ha sempre fatto le finali nazionali, e dunque c’era un aspetto emotivo importante, eravamo davvero tutti “sull’attenti”. Nei primi minuti, pur non giocando male, eravamo piuttosto contratti, non riuscivamo a segnare con facilità, mentre Treviso era in fiducia. Il momento più importante della partita è stato quello, perché siamo stati bravi a non disunirci, continuando a giocare insieme ed a difendere, fino a trovare l’inerzia che ci ha concesso di chiudere i primi due quarti sul +1”
La seconda parte della partita ha avuto tutto un altro copione.
“Nel terzo quarto ci siamo sciolti, con una buona difesa e qualche canestro da fuori siamo riusciti a sbloccarci e abbiamo giocato dieci minuti di buona pallacanestro, che hanno segnato la partita”.
Bel traguardo, ma è anche un punto di partenza: da adesso alla Finale Nazionale, che cosa resta da fare?
“Continueremo ad allenarci per provare a migliorare quegli aspetti sia a livello individuale che di squadra su cui abbiamo margini di miglioramento, per arrivare il più pronti possibile alle finali. Proseguiamo il nostro percorso, che come ci siamo detti altre volte persegue quello che è l’obiettivo principale di un settore giovanile, cioè cercare di formare al meglio i giocatori. Vedremo di fare qualche altro passo avanti, di qui all’appuntamento di Pordenone”.
Dove vi aspetterà, come era prevedibile, il meglio della categoria. Ovvero squadre parecchio attrezzate.
“Mancano ancora alcuni spareggi, ma sappiamo che il livello sarà molto buono. Gli incroci hanno portato a qualche sorpresa, come il nostro con Treviso che priva le finali di una squadra che meritava di giocarsela fino in fondo. Sarà un torneo molto equilibrato, ma anche di alto livello, dunque un’occasione per tutti di fare un’esperienza davvero formativa, un passo avanti nella crescita personale e di squadra”.
Pordenone sarà il meritato atto finale, ma un primo bilancio su questa stagione degli Under 18 si può già tracciare.
“Sono soddisfatto per quanto riguarda diversi aspetti di questa annata, a cominciare dal gran lavoro dello staff, veramente di ottimo livello. Per quanto riguarda la crescita dei ragazzi, che è poi il primo tema su cui ci dobbiamo soffermare, ho visto miglioramenti importanti, sia tecnici che fisici. Hanno fatto esperienze, tornei che sono stati molto formativi. Poi, certo, ora siamo alle finali: la settimana prossima tocca agli Under 15, poi ci saremo noi dal 12 giugno: se arriverà qualche risultato di valore, sarà la ciliegina sulla torta, ma il punto più importante è la strada che abbiamo percorso. Va da sé che, lo sappiamo tutti, quando si arriva in fondo si gioca per vincere”.
Per questi giocatori sta per aprirsi il mondo della pallacanestro “adulta”. Come ritieni che si presenteranno a questa ribalta?
“Abbiamo ragazzi di talento, che hanno delle qualità di base molto importanti. Questo è un punto di partenza solido. Allo stesso tempo sono giovani, hanno ancora ampi margini e un grosso potenziale da esplorare. Dobbiamo essere bravi noi dello staff a capire come stanno le cose, e loro a rendersi conto che a quell’età, anche se si è bravi, c’è ancora un bel percorso da fare e ogni opportunità va colta al volo. Devono sapersi mettere in gioco, non solo per consolidare i loro punti di forza, ma anche per completare alcune carenze che ci sono sempre, anche nei giocatori di ottimo livello. Quest’anno gli abbiamo fatto una proposta leggermente diversa rispetto a quella a cui erano abituati, una nuova metodologia che in certi momenti non era nemmeno facile da digerire, ma loro hanno reagito nel modo migliore, hanno fatto un bel passo in avanti e di questo sono orgoglioso”.