Uno dei must letterari del mai dimenticato Civ era quello, nei momenti peggiori, di chiedersi se quello appena visto in qualche negativa uscita fosse il peggior Bologna di sempre. E' quello che possiamo provare pure qua, domandarci se questa sia - ovviamente parametrata a categoria e aspettative - la peggior Fortitudo di sempre. Ultima, nemmeno tanto vicina alla quota salvezza, sgonfia e con difficili prospettive di riscossa: ne sono retrocesse tante, questo sì, ma erano squadre giovani e già predisposte al declassamento, o comunque da metà classifica prima dei playout, o altrimenti non pagate. Qui, invece, siamo ad un pericolo inevitabile, per una realtà che negli ultimi 24 mesi ha ciccato tutte le scelte tranne forse la telefonata a Luca Dalmonte nello scorso inverno. E, dopo aver fatto male il mercato di agosto e aver quasi peggiorato con quello di riparazione, è la classifica a parlare, poco altro.

In attesa di cambiare i preferiti dei propri pc rimettendo il link di legapallacanestro.com, e provando a chiedere se l'abbonamento a Discovery possa essere traslato a LNP Pass, ci si chiede cosa possa cambiare per girare un trend che pare ormai di rassegnazione: il calendario dice che ora si giocherà molto più in trasferta che non in casa, che si tornerà sul mercato per sostituire Groselle (che ha mercato più o meno ovunque, ma allora siamo noi che non lo abbiamo capito?) ma che non c'è un ruolo dove non servirebbe un upgrade. A partire dalla incerta regia, per passare alle inamovibili gerarchie tra gli esterni e chiudere con un settore lunghi dove è impressionante la differenza tra quantità e qualità. Insomma, ci siamo intesi.

Ieri, almeno, la squadra ha lottato senza mettere la testa sulla ghigliottina fin dal primo minuto come in altre occasioni. Andando poi sotto perchè i momenti di panico sono atroci (due perse in 15", partendo da un timeout, a fine primo tempo) e perchè basta una miglior marcatura su Durham per mandare gli altri in tilt. E un dubbio, desolante: chi è che in questa squadra potrebbe essere il leader, l'uomo carismatico, quello che mostra la via agli altri? Tradotto per meno giovani, il Dan Gay che spiega due cose ad un riottoso Vincenzo Esposito all'intervallo di una trasferta a Pistoia portandolo dalla virgola in 20' a 70 punti nei successivi 60', tra secondo tempo e successivo dominio con Treviso? Nessuno, e anche qui ci siamo capiti.

Ora la sosta, sperando che almeno in questo caso il mercato - ammesso che ci si possa sempre affidare come ad un dispettoso pozzo dei desideri - venga fatto in fretta senza aspettare i 2 giorni prima della prossima partita, altrimenti tutte le questioni sul cerchiamo l'amalgama diventeranno inutili. E sperando che la scintilla arrivi, in qualche modo: quale, proprio, non sapremmo quale, però.

Più su - La vitalità di un Procida che almeno ci prova (plus/minus positivo) e che forse meriterebbe più spazio. Borra che almeno ha la faccia giusta, e Charalampopoulos che non ha paura di sbucciarsi le ginocchia.

Spalle al muro - I cosiddetti leader. Benzing per cui basta solo guardare l'imbarazzante tabellino delle cifre. Aradori, che a stare fermo in angolo ad aspettare passaggi diventa sempre più oggetto sconnesso dal resto e nulla fa per caricarsi la squadra sulle spalle. Totè, che si fa passare di tutto. E Durham, che palesa limiti inquietanti per un regista: ma se appena viene messo a riposare gli altri si prendono a bocce in faccia, come ci si potrà risollevare? Per chiudere con la sparizione del fattore campo: 4 sconfitte consecutive in casa non si verificavano da 35 anni, quando nel 1987 si chiuse la regular season con 3 sconfitte iniziando poi il playout con un ko contro Desio. 5 di fila, ad occhio, non è mai successo, ma qui lasciamo che siano gli archivisti a controllare.

(Foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)

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