Al termine della stagione Fortitudo, Guido Rosselli è stato intervistato da Damiano Montanari sul Corriere dello Sport.

Quando vinci tanto e lavori bene, tranquillamente, arriva la stagione perfetta. Il gruppo ha fatto la differenza. Non c'è mai stato nulla che abbia destabilizzato l'ambiente. Questa è la fotografia del campionato.

Sulla finale contro Roma. La tensione per il doppio appuntamento forse era un po' bassa dopo che entrambe le squadre avevano già raggiunto la promozione in Serie A, ma nel finale punto a punto si è sentita. Siamo stati bravi, anche se potevamo gestire la partita meglio. Poi, quando abbiamo rischialo di perderla, siamo rimasti concentrati e l'abbiamo portata a casa. La società ci teneva a mettere lo scudetto di A2 sulla maglia. Esserci riusciti è un onore.

Il premio come miglior italiano del campionato. I premi personali fanno piacere, ma si scende sempre in campo con i compagni. Il mio premio è merito di tutti. Ringrazio la squadra e lo staff che mi hanno messo nelle condizioni di esprimermi al meglio. La quarta promozione? Io gioco per vincere anche... a biglie. Sono contento. Non confronto i successi alla Fortitudo con quelli in Virtus. Sono situazioni e gruppi diversi, in cui mi sono sempre trovato benissimo.

Rimarrà ancora in Fortitudo nella prossima stagione? Non ne abbiamo ancora parlato, è presto. La società deve fare un grosso lavoro nel passaggio dal dilettantismo al professionismo. Mi piacerebbe rimanere a Bologna. Sarebbe bello dare continuità al gruppo che ha ottenuto la promozione come fecero Trento e Trieste. Vedremo. La scelta è della società. Io la rispetterò in ogni caso.

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