C'è stato un momento, a cavallo dell'intervallo, in cui sembrava la serata dei balocchi: Groselle che mette 2/2 ai liberi (con anche su Urano alieni a festeggiare e rinviare l'invasione), Feldeine che mette tripla di tabella e ogni palla vagante che finiva nelle mani giuste. 61-49, e attacco che rispondeva eccome ai soliti limiti difensivi. Poi, come forse inevitabile per le squadre che sono risicatissime, basta un attimo e tutto cambia: timeout, rimessa in fase offensiva, Diop strappa e schiaccia. Rimessa dal fondo, pressing, persa, altra schiacciata. Da -12 a -8, ma in pochi secondi è finita la partita della Effe. Che da lì ha solo boccheggiato cercando, inutilmente, di tappare una diga che non ne aveva più.

L'amaro in bocca di una squadra nuovamente limitata, con Benzing fuori - ma poteva, zoppo, fare peggio di questo incolpevole Borra? - e con Procida che dopo le richieste di maggior minutaggio post derby è sempre rotto: se non è una macumba, è sfortuna: in campo poi c'è stato lo spirito, come dice giustamente Martino, ma anche rotazioni limitate e forse, con il senno di poi, opinabili. E i soliti difetti di una squadra che, priva di punti di riferimento difensivi (va bene prenderne uno da Kruslin, ma che dall'angolo i sassaresi abbiano potuto tirare con tanto di pasticcini e thè freddo, ecco, magari no), dovrebbe fare sempre canestro per limitare i guai. Invece 18 perse, figlie di una anarchia offensiva dove Frazier e Feldeine vanno in automatico senza guardare in faccia a nessuno, e Durham se la sfanga con assist e rimbalzi (7), ma non sembra in grado di fare le cose più semplici. Ovvero, dare i giusti tempi e superare il pressing.

E' chiaro che non si deve sbagliare niente, adesso. Con un roster che continua ad avere defezioni sfortunate e atroci limiti strutturali: Fantinelli rientra ma è costretto a giocare da 3-4, lasciando sempre la regia totalmente sguarnita, e non c'è un cambio dei lunghi che si possa definire tale. E, come si dice spesso e volentieri, con le pacche sulle spalle si va poi al bar ad offrirsi reciprocamente caffè e brioche. Poco altro. Peccato, comunque.

Più su - Il primo tempo di Groselle e Charalampopoulos, spariti quando l'attacco è diventato un uno contro tutti collettivo. La furbizia di Aradori nel prendersi liberi. Il rientro di Fantinelli.

Spalle al muro - La mollezza di Feldeine. Le solite difficoltà difensive dei soliti, anche nella zona. Le sofferenze di Borra, che non ha colpe se gli vengono chieste cose che vanno oltre le proprie possibilità. Ora non si può proprio più sbagliare, ma lo si sapeva.

(Foto Ciamillo, da sito ufficiale Fortitudo 103)

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