E allora si potrà anche disquisire di dichiarazioni di antichi Salvatori e successive inevitabili repliche, ma il problema della Fortitudo di oggi non sono pensieri altrui quanto i propri mai superati difetti, in un Sabato Santo dove una Piacenza senza il lungo Skeens fa poca fatica a matare lo stato confusionale e pressochè inerme dei bolognesi. Privi di regia - specie dopo il crac alla schiena di Fantinelli, altra dolente nota della serata - e di difesa, poco conta la buona prova offensiva di Aradori se gli altri fanno totale gregariato e nulla fanno per evitare l'appisolamento collettivo. Non ne va bene una, ma spesso il male ha cause autoprodotte e non sono sempre figlie del fato crudele.

Si parte con difese vacanziere e attacchi rapidi che facile gioco hanno nel andare a segno spesso e volentieri: è la partita ideale per Aradori da un lato e il duo Cesana-Pascolo, che si divertono in batti e ribatti dove Piacenza scatta prima, Bologna sta subito a ruota, sorpassi, furore (davanti), varchi per tutti e 24 pari al 10'.

I secondi quintetti fanno quello che i primi nemmeno avevano mai provato a fare, ovvero difendere duro, e il punteggio cala vertiginosamente così come lo spettacolo. Quel che rimane costante è un generale equilibrio, anche se in questo caso con sottile prevalenza Fortitudo dato che, tirando le somme, un po' più di talento c'è. Poi tornano i titolari, Bologna si ingrassa con svariati facili appoggi divorati che diventano piccole briciole per il rientro piacentino, e la frittata viene cotta nell'ultima azione. Quando con 3" e rimessa in attacco Aradori si fa stoppare e sul ribaltamento l'appena rientrato Sabatini (ma già con tripla a segno quasi subito) mette la classica preghiera da metà campo. E, quasi senza accorgersene, è massimo svantaggio, 45-39, al 20'.

Aradori è caldo e la ricuce da solo con due tiri, ma la Fortitudo non ha la pazienza per circumnavigare la difesa di Piacenza che non permette praticamente mai di andare in area, e specie quando Fantinelli esce per un acciacco arriva un 13-2 interno che gira la partita in direzione nord sulla A1. Se ne mettono meno di quanti non se ne becchino, troppi giocatori non hanno idea di quali mattonelle battere, 70-59 Piacenza al 30'.

Non se ne beccano, ma davanti non solo non se ne fanno: manco ci si prova, con infrazioni di 24" e giocatori che rifiutano tiri per passaggi inutili. Poca lucidità, si becca una tripla da Soviero (la seconda in stagione) per il -12 a 4'34" dalla fine. Il resto è Piacenza che gioca in scioltezza, canestri facili, svantaggio che si allarga, altra brutta, brutta, brutta prova.

(foto Valentino Orsini)

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