Nell’inserto settimanale della Gazzetta Sportweek c’è un lunghissimo speciale derby. Qui un estratto dell’intervista a Pietro Aradori.

“Bologna? Sono in questa città da tre anni e ho capito che a Bologna il basket è una fede, una ragione di vita. La squadra di calcio è molto seguita, per carità, ma per strada si discute di basket. E non solo lì. anche in famiglia. Sono tante, quelle divise fra virtussini e fortitudini. Tre anni fa ho giocato per lo scudetto con Reggio Emilia contro Milano: ebbene, le nostre partite non ebbero gli ascolti televisivi del derby di Bologna in A2.
Problemi nel passaggio tra Virtus e Fortitudo? Nessuno. Le persone sono rispettose, anche quelle tifose della mia ex squadra. Gli unici insulti li ho ricevuti in estate sui social, ma si sa: dietro a una tastiera si sentono tutti leoni.
Giocare per la Fortitudo? La Fortitudo nasce nella parte più povera e popolare della città e incarna il suo spirito guerriero. In B la seguivano 3-4 mila persone, un numero che a volte fatichi a trovare in A. La Fortitudo è la squadra che ha sempre dovuto lottare coi denti per ottenere i suoi successi, o anche soltanto per un buon piazzamento. Tra la fine degli Anni 90 e l'inizio dei Duemila ha vinto, ma più spesso ha perso. È la vita che è così, sono più che le volte che perdi rispetto a quelle che vinci. La storia di questa società e la mia, quella di chi non ha mai avuto regalato niente, non è figlio di papà, mai si è visto spalancare porte se non dopo aver dimostrato quel che valeva lavorando duro ogni giorno in allenamento.
Giocare per la Virtus? È squadra abituata a vincere, quindi un pochino altezzosa, dal palato fine. La sua maglia è stata vestita da grandi campioni, è abituata bene anche in questo senso e. quando sei abituato troppo bene, finisce che non ti va più bene niente. Facendomi paragone col calcio, la Virtus è la Juve, la Fortitudo il Toro.
Differenze tra tifosi? Il tifoso fortitudino c'è sempre e comunque, qualunque sia il risultato e in qualunque maniera vadano le cose. Il tifoso virtussino pretende uno standard alto, che la squadra sia forte e giochi bene, altrimenti si distacca un po' e aspetta tempi migliori. Il fortitudino arriva al palazzetto un'ora prima, il virtussino esce quando mancano ancora cinque minuti per evitare il traffico.
Il derby? La Virtus è favorita, noi dovremo essere compatti, sfruttare il talento dei nostri esterni e la capacità dei lunghi di giocare spalle a canestro. Soprattutto, dovremo limitare Toedosic e la sua capacità di coinvolgere i compagni”



(foto Fortitudo - Valentino Orsini)

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