BONICIOLLI, "DOBBIAMO IMPARARE A CHIUDERE LE PARTITE"
Le parole di Matteo Boniciolli alla vigilia della gara casalinga con Piacenza.
“In un campionato nel quale ci sono poche vittorie in trasferta, a noi i punti che mancano pesantemente sono quelli lasciati in casa con Ferrara e Udine. Ferrara ci ricordiamo come è andata, Udine eravamo al pre-derby e nell’azione decisiva Candi la passò in tribuna. Il senso della gara di domani è che noi contro squadre di prima fascia abbiamo fatto sempre bene, anche perdendo, a parte all’andata a Treviso in condizioni particolari, con Roberts che verrà guarda caso tagliato anche a Pistoia. Poi abbiamo fatto vittorie o sconfitte di misura: ecco perché i punti che ci mancano non solo quelli contro il Milan ma contro il Crotone, ci è mancata la continuità contro squadre che ci stanno dietro in classifica. Domani potremmo avere la quasi matematica certezza dell’ingresso nei playoff, giocando contro una squadra che si è ripresa dopo un periodo difficile e che ha evitato cambiamenti che avrebbero fatto felice solo una certa audience. Sono squadra eclettica, e noi dobbiamo fare la nostra miglior gara possibile contro chi ci segue in classifica ma che verrà qui a fare la propria partita. Lo scorso anno e anche prima in casa non davamo speranze o quasi, ora le cose sono peggiorate: non pensiamoci, evitiamo errori sciocchi, noi siamo pronti. Questa settimana abbiamo un po’ cambiato la programmazione degli allenamenti, ma tutto serve per arrivare al meglio alla domenica. Domani è importante, abbiamo solo Mancinelli dal dentista ma niente di grave e Raucci che ha preso un colpo in allenamento.”
All’andata fu la vostra gara peggiore. “Io credo che in ogni stagione, ogni squadra, di qualsiasi livello, possa avere un punto più alto e un punto più basso. A tutti succede, a noi capitò lì con un primo tempo inguardabile. Poi, come successo anche in altre occasioni, reagimmo e ce la giocammo, ma la gestione degli ultimi possessi non fu di altissima qualità. Di questo ne abbiamo parlato in settimana, con quelli che hanno la guida dell’aereo, ovvero Ruzzier, Candi e Montano: colloquio franco tra gente che si conosce da tempo e che si stima, facendo vedere le cose che non sono andate bene come i liberi sbagliati, le infrazioni di passi, i passaggi imprecisi. Affidarsi ad una regia e leadership giovane porta a questi rischi, avessimo avuto Guarino (play che stimo) certe cose non sarebbero successe. Ma noi abbiamo fatto scelte in controtendenza, evitando stranieri o straveterani: non è una giustificazione, abbiamo deciso di affidarci a giovani di età o di carriera, e i rischi si corrono. Sarebbe bello che chi li corre insieme a te ne sia consapevole. Candi è play titolare della Fortitudo da quando era minorenne, trovatemi qualcuno che alla sua età abbia già il suo vissuto, e ora ha un momento di difficoltà. Ma quando ricevi molto devi anche dare, e da chi si ha iniziato presto ci si aspetta più rispetto a quelli che hanno 25 anni e si sentono ancora definire giovani. Atleticamente stiamo benissimo, l’identità della squadra è completa, manca la gestione degli ultimi minuti, e qui conta essere più freddi e lucidi negli avversari. Quando l’allenatore prepara una gara come quella di Roseto, che in casa ne mette 86 a partita, e sei 63 pari a 3’ dalla fine, vuol dire che le tue scelte sono state fruttuose. Come andare al derby e tenere gli avversari sotto media. Poi però ci vuole la capacità di chiudere, stringere, cosa che è la nostra più grave carenza in stagione”.
Legion ha deresponsabilizzato qualche giocatore? “Sicuramente non Candi, anche perché giocano in ruoli differenti. Forse ne ha risentito di più Montano, ma ad esempio nel derby avevamo tre esterni in campo e il tiro finale lo ha avuto in mano Italiano… Quindi anche lui sa perfettamente che gioca 33’, come con Forlì, se fa bene le sue cose. Un allenatore può essere discutibile, ma non toglierà mai dal campo un giocatore che te la sta facendo vincere: ci possono essere allenatori pigri o scarsi, ma non tali da fare cose del genere. Ho visto allenatori che hanno tolto giocatori e gente dire ‘ah, se fosse stato in campo…’. Pentassuglia fece tirare liberi, quando si poteva rinunciare, vennero sbagliati, lo criticarono. La settimana dopo non li fece tirare e perse uguale, e venne criticato. Al terzo tentativo chiede direttamente ai critici che fare”
Il video grazie a Sportpress
(Foto di Fabio Pozzati)