Il coach della Virtus Alessandro Ramagli - in conferenza stampa - ha presentato la partita di domani contro Verona. Si gioca alle 18 alla Unipol Arena, con diretta su TRC e Radio Bologna Uno.

Ecco le parole dell'allenatore bianconero

La tendenza è sempre quella di preparare la propria squadra più che cercare di distruggere i punti di forza degli avversari. Il 90% del nostro tempo è dedicato al miglioramento dei nostri meccanismi, questa è una squadra che ha bisogno di migliorare.
Nell'occasione questo è stato accentuato, perchè Verona ha cambiato allenatore e quindi è difficile trovare punti di contatto tra chi c'era e chi ci sarà. E immagino che il playbook sia stato se non cambiato almeno selezionato. Non ha molto senso preoccuparsi senso di come giocherà Verona, quello che rimane sono le caratteristiche dei giocatori avversari. E' una squadra molto esperta, con due americani - uno espertissimo del campionato, Robinson, e l'altro molto giovane con tanto potenziale, Frazier - e poi Giorgio Boscagin, che ho avuto a Verona e non sono e a cui sono legato da affetto vero. Anche il centro - Diliegro - l'ho avuto l'anno scorso a Siena e ha fatto un'ottima stagione. Poi hanno una panchina ricca, con Basile, Portannese - giocatore di altissimo livello per la categoria - Pini, Brkic. Un roster profondissimo e ben costruito. Non conosco le dinamiche che hanno portato all'esonero di Frates, ma sono cose che nello sport succedono.

Un cambio di allenatore può dare una scossa alla squadra? A me è successo di subentrare a Livorno ed è successo, ma c'erano condizioni particolari. A Pesaro anche, ma non nell'immediato. A Reggio Emilia no, subentrai a Marcelletti e la squadra ebbe un down significativo. A Teramo sì. Mi è capitato tante volte, la risposta non è stata mai la stessa. Conoscendo bene Luca Dalmonte, credo che avrà concetti simili a quelli di Fabrizio Frates, per entrambi viene la squadra prima di tutto. Ci vorrà tempo per dare un'impronta, ma di sicuro già selezionando 4-5 giochi dal playbook può cambiare qualcosa da subito.

Come è stata la prima settimana in cui abbiamo guardato gli altri dall'alto? Non ho avuto questa sensazione. Intanto è stata una settimana molto complicata, non abbiamo avuto buone notizie su Ndoja, e speravamo di recuperarlo a breve. E i lunghi hanno pagato le tre partite ravvicinate, abbiamo dovuto dosare molto i carichi di lavoro, anche improvvisando, e questo non mi piace molto. Ero preoccupato, per fortuna gli ultimi due allenamenti mi hanno lasciato buone sensazioni, li abbiamo avuti tutti e mentalmente pronti. Non so quanto possa essere pieno il serbatoio energetico, però.

Abbiamo battuto gli avversari sfidandoli sul loro stesso terreno? Gli allenatori bravi mi hanno insegnato che una squadra riesce a essere flessibile quando lavora su di sé, acquisendo un livello di consapevolezza significativo. Trinchieri mi diceva - sul preparare partite di campionato ed Eurolega ravvicinate - che si lavora davvero poco sugli avversari, si prepara magari un dettaglio solo e si lascia il resto all'interpretazione della squadra, che non significa anarchia, ma rispetto del tuo sistema. E' la dote di una squadra che prende consapevolezza di sé, noi pensiamo molto alla nostra costruzione e poco alla distruzione degli avversari. Per questa partita lo sarà ancora di più perchè ora come ora è davvero difficile vedere che carte ha in mano Verona.

I punti di forza di Verona? Come punti di forza hanno un pacchetto perimetrale di difensori eccellenti e di esterni che sanno fare canestro, e poi hanno cinque lunghi, che in un campionato come questo significa avere 25 falli a disposizione, una cosa che non si possono permettere in molti. Quando andranno a regime saranno cose che peseranno in questo campionato. Hanno a disposizione strumenti solidi e pesanti. Noi domani ci presentiamo con due lunghi e un ragazzino, loro ne hanno cinque.

Dopo la metà del girone d'andata qual è il primo bilancio? Il bilancio è buono, sono contento perchè abbiamo mostrato spesso e volentieri una buona identità, anche mentale e caratteriale. Non sono contento perchè non abbiamo mai giocato al completo - e al completo possiamo dire la nostra in questo campionato - e ci stiamo arrampicando sugli specchi. E questo nel lungo periodo rischiamo di pagarlo. Stiamo costruendo, ma anche rincorrendo, per forza di cose.
I discorsi di classifica non ha senso farli fino alla fine dell'andata, anche perchè non li abbiamo ancora visti tutti.

La situazione di Ndoja ci sta facendo guardare attorno? E' una situazione gestibile perchè il nostro record di permette di farlo. E' necessariamente gestibile, perchè i tempi del suo recupero non sono ben delineati. Potrebbero essere non così lunghi da dover guardare altrove ma anche non così breve da non doverlo fare. Finora abbiamo trasformato i problemi in opportunità, ma è anche vero che uno stato di emergenza è funzionale se è appunto di emergenza, se diventa la normalità non va bene. Spero che possiamo essere ancora bravi e utilizzare il nostro record per non considerarla un'emergenza, ma questo ce lo dirà il tempo. E' chiaro che di Klaudio abbiamo bisogno, ne sentiamo il bisogno, sappiamo quanto possa essere importante anche per gli altri. Sopperiamo con risorse interne, nelle prossime quattro partite dovremo essere molto bravi, a partire da domani.

Il video della conferenza stampa, realizzato da Laura Tommasini di Sportpress

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