Gabriele Procida è stato intervistato da Luca Aquino sul Corriere di Bologna.
Un estratto delle sue parole.

Sapevo più o meno il range nel quale sarei stato scelto, ma non avevo idea della squadra. Sentire chiamare il proprio nome è un'emozione incredibile, è stata una nottata lunga conclusa a colazione con i miei amici sul lago di Como.
L'NBA è un sogno. Non ho ancora fatto niente, resto con i piedi per terra per arrivare ai miei obiettivi e magari giocarci un giorno.
La stagione in Fortitudo? Tante cose fuori dal campo ci hanno fatto distogliere l'attenzione dalle cose importanti da fare in campo. Abbiamo sempre cercato di mascherarle, parlandone fra noi giocatori per capire come andare avanti per i tifosi in primis. Abbiamo cercato di tenere la testa sul campo, ma ogni tanto questi fattori esterni generano comunque qualche condizionamento. Sicuramente mi aspettavo di giocare di più. Pensavo soprattutto di meritare maggiore fiducia perché durante gli allenamenti ho sempre dato il massimo e anche in partita.

Ero arrivato con il progetto Repesa che però non è proseguito oltre la prima giornata. Poi le cose sono cambiate, ma ho cercato di andare avanti tranquillamente senza pensarci.
É una scelta che rifarei sicuramente. Era la esperienza lontano da casa, le cose non andavano per il verso giusto e mi è servito per tenere duro e formarmi a livello mentale, facendo affidamento su me stesso nei momenti più difficili.

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