L'avvocato Leandro Cantamessa è stato sentito da Luca Aquino sul Corriere di Bologna. Un estratto dell'intervista.

"Lo stop imposto dalla Federazione? La Lega non avrebbe potuto assumere questa decisione, la Fip viceversa ha questo potere da statuto. Il punto è la qualificazione di questo potere, cioè se il suo esercizio costituisca factum principis o meno, o meglio se in questa vicenda la Fip sia oppure no il "principe". Se la Fip dice che non si gioca, non si gioca. Ma il problema delle ricadute di carattere giuridico si possono valutare solo se si identifica nell'esercizio del potere della Fip in chiave pubblicistica. Il Coni è un ente pubblico, le Federazioni hanno natura privatistica che però diventa pubblica quando assumono queste decisioni. Il che porta a pensare che la Fip sia il "principe" in questo caso e produrrà effetti incisivi sui diritti dei privati, ossia dei club e dei giocatori.
Il taglio degli stipendi? I club potranno dire che non pagano perché il "principe", come giuridicamente definito, ha decretato che non si possa giocare. La prestazione non si può realizzare e di conseguenza ci si chiederà a quale titolo pagare i giocatori.
Due mensilità? "Penso sia una situazione assistita da ragionevolezza e buonafede, i principi cardini in questa situazione.
Cause? Qualcuno che fa causa lo trovi sempre, è matematico. Un conto è assegnare o no lo scudetto, quello è un aspetto simil burocratico, diverso il discorso su promozioni e retrocessioni, questo è punto molto più delicato. Faccio l'esempio del Monza, che seguo, con 16 punti di vantaggio nel suo girone, oppure il Vicenza sempre in Lega Pro, o il Benevento in B al quale mancano pochi punti per la matematica promozione. Sono risultati ottenuti sul campo ed è impossibile non tenerne conto. Ma questi valori, proprio perché ottenuti con i risultati del campo, mi fanno pensare che il problema possa essere risolto bene"


(Foto Virtus Pallacanestro)

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