LA PRESENTAZIONE DI TOMMASO BALDASSO
Le parole di Tommaso Baldasso, presentato dalla Fortitudo in diretta Facebook.
Per te non è una nuova realtà: la Fortitudo è una passione trasmessa da mio padre, mio fratello fece qui un provino, conosco il mondo Fortitudo e sono contento di essere qua. Mi ha fatto piacere parlare con lo staff che mi ha cercato e voluto, sono orgoglioso di essere qui. Nel 2010 con mio padre ho visto gara 3 e gara 4 con Forlì, ho i ricordi delle partite viste in Fossa. Sono contento anche di tutti i messaggi ricevuti dai tifosi della Fortitudo.
Sei partito da Moncalieri e vestivi la maglia numero 13: la scelta del numero nasce da quando ho visto la maglia del Barone, la storia poi me l’ha raccontata mio padre. Sono partito dalla PMS e da lì sono migliorato e cresciuto, poi sono passato da Roma e ora sono qua.
A 22 anni hai già esordito con la Nazionale: è una grande emozione vestire la maglia della Nazionale e averlo fatto anche per tutte le giovanili. Ringrazio tutti coloro che mi hanno aiutato a Roma.
I primi allenamenti: ho conosciuto i ragazzi e avrò tempo di conoscerli meglio. Conoscevo già Cusin, un po’ Mancio. Ci sono giocatori forti con una grande carriera alle spalle e farò il massimo per giocare bene insieme a loro.
Con tuo fratello cosa vi dicevate quando con Trieste affrontava la F? L’amore per mio fratello aveva la precedenza, quindi tifavo per lui, ma anche mio fratello simpatizzava Fortitudo quindi anche se Trieste passò il turno ci sarà stato sicuramente del dispiacere a eliminare la Fortitudo.
Cosa darai alla F? Sicuramente tutto me stesso, poi cercherò di integrarmi coi compagni e di applicare ciò che il coach mi chiederà e dare il massimo per vincere le partite coi miei compagni. Avrò bisogno di adattarmi perché è una realtà nuova, dare una mano in difesa e in attacco, mettere davanti la squadra al singolo giocatore che è la chiave per poi vincere.
Cosa ti ha convinto a scegliere la F? Non era l’unica proposta, ma il progetto tecnico mi ha invogliato a venire qui, la sfida di venire in una squadra forte ma che non stava andando benissimo, non sono un eroe di nulla ma voglio dare una mano a questa squadra perciò ho accettato.
Cosa ti ha chiesto il coach? Di essere me stesso e mantenere le mie caratteristiche, proveremo insieme a migliorare e a crescere personalmente e di entrare nel gruppo che comunque lavora da ormai tanti mesi insieme, ma la cosa principale che mi ha detto è di essere me stesso.
Rapporto con Torino? Sono molto legato, sono andato via a 18 anni ma ho lì tutti i miei amici, sono legatissimo alla mia famiglia e ho mantenuto i rapporti con tutti.
Più play o guardia? Il mio ruolo è sempre stato il play.
Dal 2010 a oggi hai seguito altre partite della F sugli spalti? Qualche partita in serie B dove c’era Tortona e Torino andavo a vederla vicino a casa, dove c’era sempre il grande apporto dei tifosi.
Hai già giocato con altri oltre ad Hunt? Rapporto con Bologna? Conoscevo la città per averci fatto qualche torneo e mio fratello giocava a Imola, qualche giro per la città l’ho fatto ma avrò ancora modo di visitarla. Conosco Hunt per averci giocato a Roma, Cusin perché passa l’estate a Torino e ci alleniamo insieme qualche volta.
Sei pronto per l’esordio? Sono emozionato per sabato, cercherò di tornare dopo questo mese e mezzo di difficoltà nell’allenarmi per lo stop di Roma e cercherò di ritrovare il feeling con il campo che per causa di forza maggiore un po’ manca, ma darò tutto.
Dove pensi di migliorare e dove pensi di essere migliorato? In difesa c’è ancora tanto da migliorare ma ho comunque avuto una crescita, all’inizio a Roma ero un telepass ma poi sono cresciuto tanto negli anni.
Conosci Fantinelli e come pensi di integrarti con lui? Lo stimo e rispetto davvero tanto, in questi due giorni l’ho conosciuto poco ma mi sembra un ragazzo super, stimo molto il giocatore che mi è sempre piaciuto, ha grande intensità, passa bene la palla, ho sempre avuto difficoltà a marcarlo specie in post basso e lo apprezzo davvero come giocatore.
Come ti inserirai? Saranno da capire gli equilibri della squadra e cercherò di integrarmi con umiltà coi compagni per aiutarli, non voglio entrare a gamba tesa, ma insieme al coach proverò ad entrare nel gruppo con umiltà perché rispecchia la mia persona.
Perche il 25? Mi venne dato il primo giorno che giocai a pallacanestro, me lo diede il mio allenatore e da allora ci ho giocato per tanti anni finché ho scelto il 13.
Cosa significano i tuoi tatuaggi? Ho il braccio sinistro pieno e un po’ il destro, alcuni mi legano ai miei amici, a mio fratello ma anche il Colosseo di Roma, ma ne ho anche altri di cui mi piaceva semplicemente il disegno.
I tifosi ti hanno portato una sciarpa. Mi ha fatto molto piacere il gesto, spero di ripagare tutta questa accoglienza della Fossa e di tutti i fortitudini.
Hai qualche rito scaramantico prepartita? Sì, non posso svelarli però, sono molto scaramantico.
Rapporto con gli arbitri. Da piccolo ero poco tollerante ma poi sono molto migliorato ed ho un buon rapporto, anche fuori dal campo quando capita di incontrarli.
Cosa ti ha coinvolto della Fortitudo? La cosa più bella è la passione, l’incitare sempre la squadra sia quando è sotto che è sopra. Vedere un popolo che si muove sempre per la sua squadra, io che tifo per il Torino ho trovato una similitudine.
Come hai vissuto la beffa della tripla doppia? Finita la partita non me ne ero neanche accorto, ero ovviamente contento ma non me ne capacitavo perché in campo non stavo a contare, la sera ero contento e la mattina ero dispiaciuto, ma se effettivamente le statistiche erano sbagliate era giusto così anche se è avvenuto dopo 15 ore di felicità.
Cosa ne pensi del ritorno di Belinelli in Virtus? Domanda complicata, non posso giudicare le scelte di nessuno, è un grande giocatore e non vorrei entrare nel merito di una scelta di una persona che neanche conosco ma che ammiro come giocatore fortissimo, quindi non mi sento di dare un giudizio perché non sono nessuno per farlo.
Durata del contratto? Sei mesi più un anno più un anno, poi vedremo come andranno le cose ovviamente.
Sabato a Cantù. Posso solo dire che domenica i ragazzi hanno fatto davvero una partita super e sono sicuro che ci sarà lo stesso spirito per provare a prendere i due punti.
Dove potrà arrivare la F? Proveremo ad arrivare il più in alto possibile perché è bello pensare sempre di fare il meglio.
Hai visto qualche derby? Dal vivo non è mai capitato, anche perché giocavo contemporaneamente, ma se penso al derby le immagini più calde sono quelle dei derby più caldi con Myers e Danilovic.
L’anno più importante per la tua crescita? Penso soprattutto agli anni in cui ho giocato con mio fratello, a 16-17 anni perché ho avuto la crescita più importante e furono anni molto divertenti, poi Giofrè e Corbani mi chiamarono a Roma.