Il bolognese Tomas Woldentensae, che gioca in NCAA a Virginia, è stato sentito da Piero Guerrini per Tuttosport. Un estratto dell'intervista.

"La situazione è terribile anche qui, ma ho più opportunità e spazi, in Italia avrei incontrato più difficoltà anche solo a fare esercizi Poi temevo che con l'epidemia ancora dilagante, magari non potessi rientrare negli States e devo laurearmi. Attualmente ho un mio spazio in casa, mi sento un po' prigioniero come ogni ragazzo.
La mia storia? Da piccolo ero molto attivo, mamma mi ha portato al nuoto, poi mi ha chiesto a 6 anni se volessi cambiare. Mi ha proposto calcio e basket e io non sapevo decidere. Allora mamma ha scelto per me, il basket perché lo considerava meno pericoloso. Ironia della sorte nei primi tre anni mi sono rotto il naso e il pollice, al Villaggio del fanciullo. Lì la Fortitudo ha chiesto a coach Ilio Burresi se ci fosse un paio di ragazzini per un torneo. Dopo quel torneo, a 13 anni mi cercarono San Lazzaro e la Fortitudo, scelsi San Lazzaro perché ci andava Burresi. Poi ho avuto altri coach, Roberto Rocca, Francesco Comastri. Ho cominciato a 15 anni a interessarmi al mondo statunitense. E il resto lo sapete.
La chiamata di Virginia? Molto sorpreso, anche se altre università mi stavano cercando. Partendo da nulla, ero riuscito a farmi notare. Ho dovuto cambiare l'atteggiamento mentale, come affrontare le partite. Ero consapevole di poter giocare a questo livello, ma sicuro non fino a questo punto. Non volevo poi forzare troppo il polso, né fare danni alla squadra. Ma non mi piaceva neppure giocare male. Allora ho deciso di buttarmi, ho cominciato a fare tanto lavoro extra in palestra e ho ritrovato la fiducia nei miei mezzi.
Giocare in Nazionale? Mi piacerebbe eccome, un sogno. Spero che una volta mi chiamino"

Il Canale Telegram di Bolognabasket: tutti i dettagli
IL DERBY ALLA FORTITUDO 95-92