Sprintando sopra le magagne dell’assenza di Cittadini,
che costringe la F ad una sofferenza mai vista sotto le plance (25-42, e
per fortuna che nell’ultimo quarto si fa 9 pari), arriva anche la decima
consecutiva, ringraziando la voglia di sbattersi sulle bocce vaganti e
l’umiltà di capire che, insomma, non si vince solo per inerzia. Davanti
a mezzo Sacrati (appare a metà gara, ignorato, mentre in avvio c’era
stata l’ostensione dello striscione contestatorio) Trento va vicinissima
al colpaccio, arrivando +5 a due minuti dalla fine, ma peccando di
braccino nel momento decisivo. Meglio così, ma a Forlì servirà altro, ovvio.

Scurdammoce o’ passato, Vincenzino bentornato verga la Fossa, salutando l’Esposito che tanto bene
qui fece, prima di una blanda polemica ai tempi di Roma che ne intaccò
un po’ il fascino. Poca roba, dimenticata, in questo tour della B che,
se non altro, permette di salutare vecchi amici, mettiamola così. E la
partita inizia con il tentativo F di mettere subito in partita Quaglia,
servito a porta vuota da Malaventura per la schiacciata d’esordio. Sono
però più i problemi che altro, dato che dietro c’è poca grinta nella
prima linea e nessuna intimidazione: aggiungendo a questo qualche
pasticcio a metà campo e conseguente contropiede trentino, ecco spiegato
come la Fortitudo, in zona dipinta, sia una confraternita della
misericordia: godono Becerra e Ferri, mentre Barbieri nemmeno forza
tanto contro un Quaglia che, ovviamente, in trucchi del mestiere e
simili è ancora alle aste. Media parità, ma il naso che prova ad andare
avanti più spesso è quello ospite; ci si mette poi uno sfortunato ultimo
giro di lancette (visionaria infrazione di 24” fischiata alla F, tripla
carpiata di Becerra allo scadere) per vergare il 20-26 del 10’. E un
9/10 da 2 concesso che, insomma, tanto bello non è.

Potrebbe andare meglio, va peggio: i disastri difensivi
bolognesi vanno a ripercuotersi anche sull’attacco, dove Malaventura e
Lamma non riescono ad entrare in partita, mentre Trento continua a
segnare sempre e comunque, anche sfruttando il fatto che Bologna, di
rimbalzi, non ne prende proprio. C’è un ramadan offensivo imbarazzante,
e si ringraziano le pietre di Gentile, unico dei suoi a vedere il
canestro piccolo piccolo, se non si annega oltre il 20-32 (0-13 il
parziale) del 15’. Altri disastri arbitrali, con Finelli a diventar
paonazzo ad ogni fregnaccia, prima che due liberi di Malaventura
terminino un impressionante digiuno. Si prova il quintetto con Gigena
unico lungo – anche perché è l’unico bolognese a prendere rimbalzi –
mentre la zona di Esposito annebbia ancor di più le idee ai Finelli’s, e
una tripla di Ferri fa 23-37. Toccato il fondo, si prova a risalire:
palla a Gigena, e si risale 31-37. C’è ancora una qualche fagiolata, il
primo rimbalzo fortitudino di un non-Gigena che viene preso da Genovese
al 19’52”, e due liberi di Muro a chiudere il tutto 35-42.

Quando si rientra, se non altro, si prova a difendere
d’anticipo. Unica soluzione, perché sotto canestro chiedere a Quaglia
rimbalzi sembra davvero troppo, e di alternative non ce ne sono: va un
po’ meglio, anche perché Becerra (6/6 alla pausa) ogni tanto sbaglia, e
perché Muro, rilassatosi dopo un primo tempo nervoso, decide di far
tutto da solo con buoni risultati. Si rimette subito la zucca davanti
(44-42), ma è troppo presto per darla vinta: il quarto fallo di Lamma e
la necessità di far rifiatare i big costringe Finelli a rotazioni quasi
inedite, Trento ritorna avanti 44-48, ma se non altro questa volta si
riesce a drenare il momentaccio. A ruggir di rabbia contro i fischietti
ora tocca ad Esposito, 54 pari al 30’, quota rimbalzi 16 a 33.

Lucrando su ogni azione possibile, la F prova a fare la voce
grossa, andando 62-58 e festeggiando un rimbalzo offensivo di Quaglia
manco fosse la tripla del Serpentaro. Ma la strada è lunga, perché
Gentile, fin qui il miglior esterno Fortitudo, si ricorda quale è la
squadra per cui gioca: 5 per lui e nuovo controbreak trentino, con 64-69
al 37’ pur riuscendo, ora, a dar blandi segnali di presenza a rimbalzo.
Si torna a giocar con i piccolissimi, e le cose vanno bene proprio
sull’ultima curva: 8-0 firmato Gigena-Sorrentino, Facenda si mangia da
sotto la palla per restare in partita a 30”, la F si perde per strada
nel possesso ammazza Trento, ma gli ospiti sbagliano due volte (Natali e
Gentile) la boccia pareggio. Rimane solo a Natali il tap in a pochi
centesimi dalla fine per il 72-71, puff puff pant pant.

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