Fabrizio Pungetti, storica voce Fortitudo e oggi vicedirettore di BasketMagazine, è stato intervistato da Luca Sancini su Repubblica.
Un estratto delle sue parole.

Ah, Treviso. Ha scandito il mio lungo viaggio dentro la storia della Fortitudo. Sfide fantastiche, appena sotto i derby.
Il duello tra Fortitudo e Treviso fu anche il duello tra Seragnoli e Benetton. Approcci diversi. Loro da imprenditori, col basket come una delle tante vetrine dell'impero. Giorgio era passione pura, tutto a titolo personale. Per amore, solo per amore, come diceva la canzone.

Nel 2000 arrivò lo scudetto. Gara 1 persa qui, c'era rassegnazione a un destino avverso, un incubo che attanagliò pure un campione come Myers. Davvero pensò di rinunciare a proseguire la serie. Fu Recalcati a incollare i pezzi di un ambiente sotto choc. Lo scudetto arrivò a Treviso, con le tre torri: Galanda, Fucka, Vrankovic.
E tu cosa dicesti al microfono? Quel che mi venne. Iniziai a urlare: campioni, campioni, campioni. Qualcuno li contò, pare sia arrivato a 23 volte.

Sorpreso da questa Fortitudo dominante? Come tanti, anche se essere tornati alla semplicità e alla normalità paga sempre. Poi qui siamo al superlativo, con una Effe quasi illibata. Al di là di domani e toccando ferro, sarà una stagione vincente.
E così tornerà il derby. Una cosa speciale. Ultimamente non frequento il PalaDozza, ho altri impegni di lavoro. Magari sarà l'occasione per tornarci.

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