Defunta più e più volte, annegata a -16 nel terzo quarto e a -11 a 4’ dalla fine. Eppure, alla fine, festeggia Bologna, nel più classico concetto della difesa del proprio fortino fino all’ultima goccia. Ci si mette Trieste che davanti alla pressione collettiva ci capisce poco, ci mette la Fortitudo a riscoprire eroi nascosti (il finale di Montano!), e ci si mette una tripla di Candi, pescata in puro stile Serpentaro, a rimettere in circolo una serie che sembrava, davvero, ormai chiusa.

Si parte nel caos, con Pecile che porta a spasso la difesa bolognese e l’attacco che, di riflesso, ci capisce poco e diventa motivo di altrui contropiedi. Due urlacci, un timeout, e il 2-12 iniziale viene lentamente riempito difendendo meglio – Trieste fatica ad andare in area – e lasciando a Mancinelli il compito, a testa dritta, di far correre la truppa. Non si sorpassa ma si sta a ruota, 16-18 al 10’.

Legion è in modalità canestro facile, Knox è in modalità Permaflex, e allora anche se c’è sorpasso non si riesce ad andare oltre, con Trieste che regge il colpo, continua a premere a metà campo, e sfrutta un passaggio a vuoto bolognese. Quando cioè, mancando i punti di riferimento offensivi, tutto collassa anche dietro. Parziale di 14-2, condito da un antisportivo di Italiano, 27-38 di Marianne, arbitri che faticano a star dietro a tutte le mazzate che si vedono di qua e di là, piccola rosicchiata e 31-38 al 20’.

Un momento di onnipotenza offensiva di Green fa franare Bologna ad un quasi ferale -16 (31-47), e a questo punto, saltati tutti gli schemi, serve andare a cercare l’uomo che possa prendersi la squadra in mano. E la Fortitudo trova Legion, che chiede tutti i palloni e ne fa 12 di fila, non indietreggiando nemmeno quando, alle sue triple, Trieste sa rispondere con Cavaliero e Baldasso. Però c’è vita, e il 52-59 del 30’, ovvero l’impatto nel terzo parziale, pare un discreto affare visto il panico tra il 20’ e il 23’.

Ci si mette anche Campogrande, a lottare per la remuntada, ma Cavaliero respinge al mittente qualsiasi pallone e insulto dalla platea. Sempre elasticando tra i 5 e i 9, quando arriva la tripla di Da Ros (su assist calciato di Mancinelli!) tutto torna in doppia cifra, facendo 72-61 a 4’ dalla fine. Ma Trieste non la sa chiudere e la Fortitudo non la vuole chiudere, con la pressione del pubblico che arriva fino a pochi centimetri dal campo e Montano a fare -4. Diventa bolgia, poi la magata di Candi che a 12” dalla fine trasforma una palla persa nella tripla del 76-74. Cavaliero forza, finita. E ora a Trieste: questa squadra, anche morta, torna sempre a rinascere.


(Foto di Fabio Pozzati)

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