Cifre, ancora cifre, bellissime cifre. La Fortitudo perde ancora a rimbalzo (28-35, meno grave di lunedì), prende ancora quasi il doppio dei liberi contro (15-28, ma è anche comprensibile visto come Treviso vada in area sempre e comunque), ma alla fine vince una di quelle partite che spiega tante cose sul perché, ad una certa parte di esseri umani, questo sport piaccia più di molte altre, di cose. Perché per 28’ Bologna è stata definitiva, difendendo quel che serviva per mettere in crisi le convinzioni avversarie, e attaccando con una leggerezza da routine, altro che da gara 2 di playoff su un campo che un po ‘di storia ce l’ha. Poi normale che la capolista abbia provato la disperata rimonta, riuscendo finalmente a cambiare un gioco offensivo al limite del monocorde (ad un certo punto si era a 26 tiri da 2 e 4 tiri da 3 tentati, roba che non si vedeva da trent’anni). E ci sta che la Fortitudo abbia un po’ tremato. Non abbastanza, malgrado qualche regalo: di là c’è chi ha sbagliato liberi e tiri piazzati, perché.. perché si sa, quando fai tanta fatica per rimontare qualcosa lo lasci per strada.

L’anno scorso, gara 2 finì con Treviso avanti di tremila punti. Stavolta, gara 2 è stata una nuova festa bolognese, e ora fa bene Boniciolli a ricordare come festeggiare oggi sarebbe da stolti. Ottimo, giusto, però l’impressione di base è che i Pilla’s sentano molta, molta pressione contro una Fortitudo che pare avere decine di armi da tirar fuori, senza scomodare – comunque a ragione – la tripla di Rinaldi e le antiche imprese di Cantarello. In due anni siamo 5-1, con tre sacchi su quattro al Palaverde, qualcosa lo vorrà dire, sui limiti delle squadre e sulle differenze, se vogliamo, anche delle panchine. Poi chiaro, è un attimo che la famosa freccia boniciolliana si trasformi in supposta, quindi è il caso di lasciare le gioie e il resto a quando ce ne sarà davvero bisogno.

Singoli? Plauso a Montano, in primis: uno come lui dovrebbe entrare in campo con il terrore, visto come ogni suo errore venga amplificato e come il suo utilizzo sia motivo di critiche e non solo. E, per questo, fare 6/8 in codesta maniera è roba da applausi. Poi tutta la squadra dietro, che ha dato prova di una durezza e di una lunghezza da sfiancare l’avversaria. Manca ancora una vittoria, chiaro?


Shine on you crazy diamond - Detto del numero 14, tutto il resto è venuto dietro di lui, con tante di quelle opzioni da permettersi il calo nel finale di Mancinelli, qualche errore di Cinciarini, eccetera. Tutti sono stati protagonisti, nessuno indispensabile.

Another brick in the wall - Alla prossima, ok?

(foto Arturo Presotto / Iguana Press / Fortitudo Bologna)

GARA2, VIRTUS MULTATA DI 1500 EURO, SQUALIFICATO IL CAMPO DI TREVISO
BIGNAMI CASTELMAGGIORE - UPEA CAPO D'ORLANDO 93-91