IL PREPARTITA DI FORTITUDO-FERRARA
Prima che gli esami del sangue consigliassero allo scrivente attenzione a questioni di colesterolo, un buon panino era quello dove, la farcitura, era di una fetta di cotto, una di crudo e una di mortadella. Bomba calorica e ottica, ma che in realtà non dava grandi emozioni al palato perché, controllando bene, i sapori si azzeravano reciprocamente perdendo le proprie peculiarità. Non vi ricorda l'attuale Fortitudo, dove pur con la buona volontà ogni singolo sembra perdersi per strada, e non si riesce a distinguere cosa possa dare Tizio piuttosto che Caio, come suol dirsi. Perché tanti giocatori sono spersonalizzati, e non tutti riescono a risalire nelle gerarchie della singola gara, anche perché non sempre ad un brutto approccio viene data poi una seconda possibilità: Italiano, contro Udine, ha iniziato nei disastri ottenendo poi occasione di riscatto. Pini, contro Jesi, non ha avuto spazio per la replica. E, alla lunga, il rischio di perdere qualcuno per strada c'è. Ad esempio, lo stesso scrivente contro Jesi ad un certo punto ha pensato che Bryan avrebbe meritato più spazio visto il buon inizio. Che Pini avrebbe necessitato di un refresh. E che Gandini tanto male non stava andando. Bello, ma alla fine di spazi non è che ce ne possano essere per tutti, no?
Mentre il coach si cura dalla polmonite (qualche Porcellino ha ipotizzato una specie di predimissione, ma qui si entra nell'ambito della fantascienza), il problema rimane quello di una squadra che vince più di quanto non perda, ma che al di là dei risultati non convince proprio mai. Vero che, come dicevano i classici, pecunia non olet, e che meglio perderne una di 25 che 25 di uno, ma è normale che attorno alla truppa non ci sia il massimo della fiducia. E se poi McCamey continuerà a sembrare un giocatore alle prime armi, terrorizzato anche dalla propria ombra, i rischi ci sono: si crede in lui? Si provi a ricaricarlo senza panchinarlo alla prima boiata. Non si crede in lui? Si vada alla ricerca di qualche alternativa. Stessa cosa per Legion, nel caso quello più a rischio fosse lui. Terzo non dato.
Ferrara, quindi. Realtà che forse all’esterno è percepita più ambiziosa di quanto non lo possa essere in realtà, e che ha da poco silurato coach Martelossi per promuovere Andrea Bonacina. Nono posto in classifica, 8-9 il record, e la continuità che è sempre rimasta lontana dagli estensi. Eppure il roster non è male, con l’ex virgulto F Cortese a farne 17 di media, e la coppia di americani Hall-Rush che è delizia (il primo viaggia ad un irreale 16+14, con una sola gara dove non è andato in doppia cifra a rimbalzo, fermandosi ad un vergognoso 9), ma anche la croce di un Rush rivedibile specie nelle percentuali. Attorno, i lunghi Fantoni e Molinaro, l’esterno Moreno, e il fatto che l’anno scorso, Ferrara, da queste parti fece il botto bipartizan sia con la F che con la V. Insomma, non la migliore delle avversarie, visto il momento.
Si gioca domenica alle 18, al PalaDozza.
(Foto di Fabio Pozzati / Fortitudo Pallacanestro Bologna)