Davide Raucci - confermato l’anno prossimo in Fortitudo - è stato intervistato da Damiano Montanari su Stadio.

Ecco le sue parole: Mi definisco un giocatore intellettuale. Perchè credo che chi, come me, non è stato baciato da un grande talento, possa riuscire ad arrivare in alto usando l’astuzia e lavorando tanto.

Quella appena archiviata è stata una stagione incredibile, densa di rivincite. Sono contento perché mi sono tolto molte soddisfazioni, in primis per avere dimostrato che potevo stare in A2, quando per anni in molti hanno dubitato che ce l’avrei fatta. Il lavoro e la fiducia pagano. Boniciolli mi ha definito il miglior specialista difensivo della A2? E’ il ruolo che mi sono ritagliato durante l’anno. Peccato per l’infortunio che non mi ha permesso di giocare i playoff con la condizione atletica che avrei voluto.

La Fortitudo è stata la svolta della carriera di Raucci? I due anni in biancoblu mi hanno cambiato la vita. Non avevo mai preso in considerazione la possibilità di fare seriamente il giocatore di basket. Mi sono avvicinato tardi alla pallacanestro, a 15 anni: prima avevo provato con il calcio, ma non era il mio sport. Ho lavorato tanto. E sono migliorato molto, più delle mie aspettative. Rispetto all’anno in serie B ho cambiato ruolo. La fatica è stata doppia, ma ne è valsa la pena.

Due estati fa era retrocesso in C col CUS Torino, la settimana scorsa ha giocato per andare in serie A. Ringrazio chi ha sempre creduto in me. I miei genitori, la mia famiglia, Vandoni e Anconetani che mi vollero alla Fortitudo, Boniciolli. Quando arrivò ero molto spaventato. Ma è stato lui a farmi capire che sarei diventato un giocatore vero. L’anno scorso disse che sarei stato il Rodman della Fortitudo, quest’anno mi ha paragonato a Moss. Purtroppo in Italia ci sono bravissimi allenatori che al primo errore ti tolgono dal campo, ma così non potrai mai crescere. Boniciolli mi ha fatto giocare pick n’ roll in centinaia di allenamenti, sapendo che non avevo un grande ball handling. Ha creduto in me. Ed ora non solo mi alleno, ma gioco come un vero esterno.

A quelli che dicevano che Raucci non avrebbe potuto giocare in A2 perchè non capiva il basket cosa risponde? Che facciano una squadra di giocatori che capiscono la pallacanestro per sfidare la mia. Poi vediamo chi vince.

Raucci vestirà ancora la maglia biancoblu. Avevo un 1+1 con la possibilità per la Fortitudo di uscire dal contratto entro il 30 giugno. Non è successo, per cui sarò ancora qui. Domani tornerò a lavorare al PalaDozza.

Che Fortitudo sta nascendo? Una bella squadra. Che punterà apertamente alla promozione in serie A. L’anno scorso siamo stati quasi tutti una scommessa. Ora abbiamo acquisito esperienza. Leggo di arrivi importanti. Penso a Mancinelli, una bandiera: lui molto fortitudino e giocare per la squadra del cuore fa la differenza. Io, Italiano, Montano e Candi - quando tornerà dalla Nazionale under 20 - lavoreremo da luglio per migliorare ancora.

Tra gli obiettivi di Raucci c’è anche la laurea. Studio Architettura al Politecnico di Torino, mi mancano sei esami. Al momento ho congelato la situazione: voglio sfruttare al meglio la grande occasione che ho. Ma arriverò alla laurea.

Giusto, Raucci è un intellettuale. Sono una persona molto calma. So farmi rispettare, mi arrabbio quando devo, ma non cado nelle provocazioni degli avversari: ho imparato a usare bene la testa. Per staccare la spina mi piace ascoltare a casa della buona musica. Non ho un genere in particolare. Quando frequentavo di più l’università amavo partecipare alle mostre, visitare cantieri. Il mito? Renzo Piano. Per dove è partito e dove è arrivato.

Con quello stile molto glamour non ha mai pensato di tentare la strada nel mondo della moda? Me l’hanno chiesto. Ma non fa per me.

Meglio concentrarsi sulla Fortitudo, e su un pubblico che non ha eguali. Vedere 500 persone ad accoglierci alle tre di notte dopo aver perso gara5 di finale è stato da pelle d’oca. Mi ha spinto a fare sempre meglio.

E non ha ancora vissuto il derby. Me l’hanno detto. Farò di tutto per regalare questa gioia ai nostri tifosi.

L’ipotesi di ripescaggio in serie A? Non ci penso, è un sogno.

Intanto da oggi al PalaDozza inizieranno gli allenamenti individuali agli ordini di coach Stefano Comuzzo. E’ previsto l’arrivo di Luca Gandini, che dovrebbe firmare il contratto biennale che lo legherà alla società. Per il resto, non si prevedono problemi con Stefano Mancinelli (che firmerà un 2+1), mentre continua la trattativa con Venezia per liberare Michele Ruzzier.

(foto Pierfrancesco Accardo Photography)

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