Il capitano della Fortitudo Marco Carraretto è stato intervistato dal Resto del Carlino.

Ecco le sue parole: Le analogie con la scorsa stagione sono tante, come la nostra crescita e il tasporto con cui tutto l'ambiente sta vivendo questo momento. Io sono abituato a essere una persona realista e molto concreta, per cui anzichè parlare di serie A preferisco parlare di una serie che inizia in trasferta e dove noi dobbiamo subito provare a vincere la prima gara.

Lei compirà 39 anni a ottobre. Come riesce a seguire i ritmi di allenamento di coach Boniciolli? Ho sempre vissuto la pallacanestro come un mestiere vero, avendo molta cura del mio corpo. Tanto riposo durante la settimana, un'alimentazione corretta, il cercare di rimanere sempre in forma anche nei periodi di vacanza. Ho anche avuto la fortuna di non aver avuto infortuni seri in carriera, e questo sicuramente mi ha aiutato.

Tutto questo le consente di poter essere un capitano anche solo con l'esempio? Io sono sempre stato una persona che preferiva dimostrare piuttosto che parlare. Penso che sia fondamentale soprattutto quando all'interno del gruppo sei il giocatore più esperto. Solo dopo aver fatto vedere come si fa puoi permetterti di dare consigli e all'interno della squadra sono sempre disponibile al confronto. In alcune occasioni c'è stato bisogno di puntualizzare qualche aspetto e non ho avuto problemi a farlo, ma non sono il tipo che alza la voce al di fuori della partita.

Perchè avete avuto bisogno di tanto tempo per trovare un'identità e andare a regime? Partiamo dall'idea che noi in questo campionato siamo una matricola. All'interno del gruppo qualche mio compagno aveva già militato in questa categoria con un ruolo marginale, mentre altri non ci avevano mai messo piede. In più prima si è infortunato Daniel e poi Flowers. Queste due assenze hanno spostato in avanti le normali fasi di crescita di una squadra. Non dovevi solo aspettare che rientrassero, poi c'è stata l'attesa perchè ritrovassero la giusta condizione mentre il resto della squadra era già in una fase successiva. Adesso abbiamo finalmente raggiunto un livello accettabile e nell'ultimo mese abbiamo dimostrato quale sia il nostro potenziale anche se non siamo stati al completo.

Che cosa teme di Agrigento? L'anno scorso li ho affrontati con Forlì e non avrei mai detto che sarebbero andati in finale e avrebbero portato Torino a gara cinque. Tra l'altro nel loro percorso eliminarono anche Verona che in campionato non perse una partita. Da un certo punto di vista siamo simili, perchè anche loro sono un gruppo che è stato confermato nel tempo e questa è la loro forza. Sanno di non essere perfetti, ma in queste stagioni hanno imparato a coprire le loro lacune. Non sarà un quarto di finale facile, ecco perchè preferisco concentrarmi su di loro e non parlare di serie A.

(Photo by Fabio Pozzati / Iguana Press / Fortitudo Pallacanestro Bologna)

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