Mario Boni, ex Roseto e Virtus, è stato sentito da Damiano Montanari di Stadio.

“Nel 2001 sconfiggemmo la Fortitudo? Roseto, realtà piccola ma molto appassionata, aveva costruito una squadra competitiva pescando tra le pieghe del mercato giocatori in grado di fare bene. Penso ad Attruia, a Lockhart, a me. La passione dei rosetani in quel periodo era tracimante. Ora la situazione è diversa, con una squadra di Roma (la Stella Azzurra) che gioca sul campo di Roseto. Quell'anno compimmo contro la Fortitudo una delle tante imprese di una stagione straordinaria in cui arrivammo fino ai quarti di finale play off, eliminati dalla Virtus.
Martino è cauto? Sono dichiarazioni di rito. Va bene il loro atletismo, ma in questo campionato di A2 conta di più l'esperienza. Avere giocatori come Leunen, Cinciarini e Rosselli, in attesa di Mancinelli, sposta gli equilibri. Poi fa bene Martino a tenere alta la concentrazione. A volte quando si entra in campo pensando di avere già vinto si perde. Fin qui la Fortitudo ha perso solo a Piacenza non avendo Hasbrouck. Sa gestire il ritmo con un play come Fantinelli, ha due americani funzionali al progetto e Leunen che è un playmaker aggiunto. Dal dopo Seragnoli questa è la Effe migliore e meglio costruita in A2. Per la categoria è quasi illegale.
Mancinelli? A 35 anni Mancio è ancora un ragazzino. Deve farsi forza psicologicamente. L'età avanza e va accettato. Gli acciacchi e i dolori ci sono. Per me Mancinelli sta bene e può giocare altri dieci anni”

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