Claudio Coldebella è stato sentito da QS. Un estratto dell'intervista.

"Attendere fino al 2021? Questi sono discorsi da lasciare agli esperti, io sono solo un dirigente sportivo. Credo si debba parlare di dati, non di date. Non sono tifoso dei palazzi vuoti, ma ritengo anche che tornare in campo sia più complicato per le competizioni internazionali che per quelle nazionali. Il mio auspicio, questo sì, è che lo stop forzato favorisca cambiamenti, che porti ad una profonda revisione del movimento.
Tornare al dilettantismo? Pensiamo al fatto di come il professionismo sia regolato dalla Legge 91. Una regolamentazione vecchia di 30 anni, addirittura precedente alla "sentenza Bosman" che ha liberalizzato il mercato europeo. Come detto, bisogna riflettere, adeguare: in Spagna, Germania e Francia esiste una cassa integrazione per i tesserati, perché in Italia no? Vado oltre, ancora: lo sport italiano rappresenta il 4% del Pil del nostro paese, se non capiamo quale valore veicola questo mondo diventa difficile...
Lo stop in coppa? Un dispiacere fermarsi ora quando tutte le caselle erano andate al loro posto dopo un avvio di stagione non semplice. Puntiamo sempre al massimo, non sappiamo quali saranno le decisioni di EuroLeague, che al momento intelligentemente sta prendendo tempo. Una Final Eight di EuroCup a settembre?Non so, credo che il limite di luglio sia il più corretto. Non andiamo oltre"

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