ARADORI: IO E GENTILE GLI AMERICANI DELLA VIRTUS? NON POSSO CHE ESSERE CONTENTO
Pietro Aradori è stato intervistato da Massimo Rocca sul Mattino, edizione di Avellino.
Ecco un estratto delle sue parole.
L'inizio è stato davvero confortante e non ci attendevamo quel filotto negativo anche se poteva essere preventivato. Più che lo scotto del noviziato da neopromossa, ha inciso il peso di un roster fortemente rinnovato. Il segreto è stato accettare la situazione, affrontarla e uscirne con le ultime vittorie.
Cosa sta funzionando e cosa non ancora? Man mano che lavoriamo in palestra, ci conosciamo e cresce l'intesa. Ci sono gerarchie prestabilite e questo ci aiuta molto. Non ha funzionato la gestione di alcuni finali. Abbiamo imparato sulla nostra pelle questo aspetto e lo abbiamo ribaltato a nostro favore nelle ultime giornate. Il nostro primo obiettivo è qualificarci alle Final Eight. Per il prosieguo contiamo di fare il meglio possibile e di centrare i playoff che ritengo essere alla nostra portata.
Io e Gentile siamo i veri americani, stando alle cifre? Non posso che essere contento di come stia andando. Conoscevo la città, ho imparato a conoscere anche la Virtus. Mi sto inserendo bene. C'è una società solida e organizzata. Io e Alessandro ci conosciamo da anni. Abbiamo sudato insieme tante estati in Nazionale. Siamo molto amici anche fuori dal campo. Ha avuto tanta sfortuna lo scorso anno e non solo per proprie responsabilità. Si sta riscattando da grande giocatore.
Il mio pensiero sul tema stranieri? Bisogna puntare sulla qualità degli stranieri e non sulla quantità. Altrimenti corriamo il rischio di essere una lega di sviluppo Nba trasferita oltre ocea- no. Se riusciamo a lavorare bene sugli italiani e a dare loro uno sbocco, premiando ovviamente chi lavora e merita, credo che possa esserci anche un maggior avvicinamento del pubblico, omiai disorientato da queste meteore straniere.
(Foto Giulia Pesino)