La presentazione del nuovo coach della Fortitudo, Luca Dalmonte.

"Sarò sintetico e pragmatico, non ho preparato un discorso ma ho portato un promemoria, la sciarpa. Non ho preparato perché nel fare affidamento agli appunti si perde anima e cuore e qua c’è bisogno di anima e cuore da portare in campo. Grande senso di responsabilità di ognuno di noi che è mio compito trasmettere alla squadra, il senso di appartenenza, la consapevolezza del momento che stiamo vivendo e trovare insieme e sottolineo insieme con punto esclamativo le soluzioni per uscire da questo momento e le giuste modalità. Dobbiamo creare un sistema in cui identificarci, creare una identità, l’organizzazione tecnica sul campo attraverso cui riconoscerci dobbiamo, e io ho la responsabilità di trasmettere questo alla squadra, trovare un percorso una via attraverso la cui la F della Fortitudo e il nome davanti alla maglia sia dominante ed esclusivo a dispetto di quello che è scritto dietro, del singolo nome del giocatore. Conta quello che è davanti, il nostro essere deve permettere di costruire un sistema dove tutti siamo importanti ma nessuno debba sentirsi responsabile. Avrei un libro da raccontare per quello che ho dentro, ma le parole non difendendo prendono rimbalzi, non fanno canestro, le parole non contano, contano i fatti e quello che faremo in campo a partire da oggi pomeriggio, ogni singolo giorno, per migliorare la situazione. Dobbiamo dimostrare senza chiedere, dobbiamo guadagnare con i fatti tutto ciò che è il contorno. Le parole da oggi hanno un valore relativo, dovremo dimostrare solo con le azione, meglio difensive che offensive."


Quanto hai insisto già sulla difesa e sulla predisposizione mentale e come cercherai di convincere la squadra ad avere il giusto atteggiamento, i tifosi chiedono a gran voce un cambio. "Con grande rispetto nei confronti di Sacchetti non faccio parallelismi di ciò che è stato fino a ieri, c’è troppo rispetto e lo dico col cuore. Oggi devo pensare al presente, insisto sulla difesa perché è il 50% del nostro gioco e serve il giusto equilibrio con l’attacco. Sottolineo difesa perché è dalla difesa che si evince ciò che si ha dentro, una difesa consistente evidenzia di più l’attaccamento e l'atteggiamento, aiuta anche l’armonia in attacco per il bene della squadra."

Un derby vinto da head coach, ci sta già pensando? "Sto già pensando a cosa dovrò dire tra 3 secondi e a quando vedrò in modo consistente la squadra. Ciò che è successo fino a ieri è già andato, il domani è in mano a Dio, dobbiamo concentrarci su oggi, ieri deve appartenerci per pensare a fare meglio oggi. La storia di ieri deve servirci a costruirci un domani, ma senza pensarci troppo, tutto e concentrato sul qui e ora. I ricordi non sono all’ordine del giorno e io sono focalizzato all’ordine del giorno."

A inizio stagione avresti fatto questa squadra diversamente? "Quando ho incontrato la squadra per due minuti lunedì ho detto loro, perché lo penso, che la motivazione per cui sono qua è legata alla storia e all’appartenenza perché credo nelle possibilità di questo gruppo. Sono tutti ottimi giocatori, dobbiamo giocare con la stessa idea e prospettiva e avere una luce comune. Il ruolo dell’allenatore è cercare di far esprimere le caratteristiche di ogni singolo giocatore, che deve mettere al servizio il proprio essere all’interno del sistema squadra. Io mi devo mettere a disposizione e i giocatori altrettanto per far funzionare bene il gruppo, altrimenti mi potrei ancorare alle scusanti e io odio le scusanti."

Ieri sera la squadra non ha vinto pur subendo pochi punti. Questione di motivazione tecnica? Come si inverte la tendenza? "Devo solo essere me stesso, sempre, non devo fare il contrario di Meo, ripeto il rispetto che ho per lui, dovrò essere solo me stesso con le esigenze che questa squadra necessità. E questione di equilibrio, dobbiamo vincere a 71 o 91 perché ci sono anche% percento, punto, e se vieni battuto dopo aver dato tutto allora sì cheaccetti la sconfitta"

Cosa ti ha spinto? "Una scia invisibile mi ha preso e sollevato e portato qua. Per chi è cresciuto qui dal punto di vista lavorativo impari tante cose che ti restano dentro e ti tornano. Quando Pavani mi ha chiamato la risposta è stata 'dammi il tempo di vestirmi e parto'. E' una grande sfida, e ho grande motivazione per affrontarla, più la sfida è alta e più lo è l’energia. Poi a maggio faremo tutte le considerazioni, io prometto una sola cosa: di pensare, lavorare e agire al 100% per il bene comune e spingere la squadra nella stessa direzione. Ci saranno errori? L’importante sarà fare, e mettermi al servizio x migliorare l’errore e di non esimermi dal dare tutto e tutti i giorni. Faremo in tutti i modi che questo coincida con l’obiettivo comune"

Manca qualcosa dal punto di vista tecnico. Withers da 3 e Totè da 4? "Cusin sarà fuori forse fino a fine anno, ma ancora prima le valutazioni tecniche possono essere appuntate, ma la priorità è prendere possesso della squadra nella situazione attuale, devo prima conoscere il gruppo e i suoi equilibri ed eventualmente i discorsi tecnici verranno di conseguenza. Il fattore tempo incide, dobbiamo ottimizzare il tempo e la capacità di dosare nelle modalità il meglio possibile i messaggi perché non c’è la presunzione che tutto ciò che avvenga, ma c’è l’ambizione di acquisire qualcosa da costruire. Oggi è mercoledi e dobbiamo considerare nei carichi la partita di ieri, la cosa importante è dosare e ascoltare chi è fronte a me, il tempo è sicuramente determinante nella strategia perciò dobbiamo ottimizzare."

Quanto contare sul recupero di Cusin perché Happ dietro fatica? "Le riflessioni sono rimandare al rientro di Cusin. Tutti sono estremamente importanti e nessuno indispensabile, il soggetto è Noi e l’Io deve essere bandito e lo ricorderò spesso. Opre e post partita riguarderanno la squadra e mai i singoli . Sarà solo Fortitudo Lavoro più e Fortitudo Più Lavoro"


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