FORTITUDO - TRIESTE, LA SERIE TRA GARA 3 E GARA 4
Seimila da una parte, quasi seimila dall’altra: che sarebbe stata una serie fatta di grandi exploit casalinghi poteva essere previsto, e così in 72 ore e qualche chilometro di autostrada la differenza punti tra Fortitudo e Trieste rischia di scollinare il quarantello, tra il -22 di mercoledì e il +16 di ieri. Questione di domicilio, chissà, ma questione semplicemente di come, al Paladozza, la Fortitudo si sia rimessa a difendere e, soprattutto, ad occupare le mattonelle preferite dei triestini. Così Parks non ha mai visto palla o quasi, Da Ros si è ritrovato a fare il regista per vedere qualche boccia, e poco altro è arrivato dagli altri. Tutta un’altra fisicità: 44 rimbalzi a 28, per intenderci, e vai te ad affrontarla, la Fortitudo, quando puoi avere cotanta differenza nei secondi tiri, nella corsa a sbucciarsi le ginocchia, a fare insomma tutto quello che, di solito, fa gongolare gli allenatori.
E’ stato il risveglio dei giocatori su cui questa squadra è stata fondata, aggiungendo un Cinciarini che, a quanto pare, ha avuto un buon rapporto con gli anestesisti (15 nel secondo tempo per lui): Knox avrà letto i vari commenti positivi su Parks e si sarà chiesto cosa abbia costui in più di lui, Legion non ha forzato niente, e Mancinelli ha chiuso la porta dietro per poi, in attacco, dare quello che serviva nei momenti decisivi. Quando, cioè, Trieste pareva avere preso la ruzzola di fronte ad un attimo di debacle e confusione bolognese. Insomma: tutto bene, tutti bravi, compresa l’aria condizionata.
Ora, come dice sempre Boniciolli, dimenticare tutto nel bene come era stato nel male. Si riprende domani, si riprende con un altro match point per Trieste, e si riprende in un Paladozza che rimane, come sempre, un fortino difficilmente inespugnabile. Ma se si vuole partire dal concetto che l’uno in schedina non deve essere dato per certo (altrimenti l’eventuale gara 5 nemmeno sarebbe da organizzare), allora questo vale anche per quando si è in casa. Ergo, si parte da 0-0, ma sempre 1-2.
Shine on you crazy diamond - Knox ha fatto doppia doppia senza sbagliare quasi niente, il tempismo di Mancinelli e Legion, il risveglio di Cinciarini. L’ambiente, tutto il resto, varie ed eventuali.
Another brick in the wall - Ancora non c’è la garanzia di cosa possano dare le cosiddette seconde linee (virgola Italiano, quasi virgola Candi, venti secondi complessivi tra Raucci e il non entrato Montano): per continuare con questo ritmo ci sarà bisogno, per forza di cose, anche di loro. E qualche sbracciata di Cinciarini, che non è passato inosservato, specie agli occhi di Trieste: nei playoff queste cose ce le si lega al dito.
(Foto di Fabio Pozzati)